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CIVITAVECCHIA – Troppi dubbi. E soprattutto nessuna certezza sul nesso causale tra eventuali connessioni tra le condotte o possibili omissioni da parte della struttura rispetto alla morte degli anziani ospiti, in una fase particolarmente delicata della pandemia, la prima, quando ancora nulla o poco si sapeva del Covid. Per questo ieri, al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero Roberto Savelli ha avanzato richiesta di non luogo a procedere nei confronti del medico responsabile ed il legale rappresentante della Rsa Bellosguardo, accusati di omicidio colposo. Il procedimento è ancora nella sua fase preliminare, con il gup Giuseppe Coniglio che dovrà decidere se rinviare a giudizio o meno i due professionisti chiamati a rispondere della morte di diversi anziani avvenuta nel primissimo periodo di pandemia, a partire da aprile 2020, a seguito dell’esposto presentato dal figlio di una delle vittime, assistito dall’avvocato Andrea Miroli, il quale denunciò presunte violazioni delle normativa in quel momento vigente in materia sanitaria per contrastare il contagio da Covid 19.
Le parti civili, rappresentate appunto dagli avvocati Miroli, Marco Paniccia e Simona Iodice, discuteranno nel corso della prossima udienza, già fissata per il 23 aprile. Nel corso del procedimento hanno già presentato delle dettagliate memorie difensive con le quali hanno ricostruito quanto avvenuto all’interno della struttura in quei primi giorni di aprile 2020, convinti che si sarebbe dovuto fare di più in quel momento e che diverse sarebbero state le mancanze da parte della struttura stessa.
Nel corso della stessa udienza sono previste anche le discussioni delle difese dei due imputati, rappresentate dagli avvocati Francesca Maruccio e Salvatore Sciullo. Prematuro per entrambi commentare la richiesta del pubblico ministero, seppur consapevoli del fatto che si tratti della naturale conclusione a seguito dell’approfondimento investigativo svolto, e alla luce delle risultanze della perizia svolta dai consulenti tecnici Delfino e Cipolloni. «Sicuramente quanto avvenuto – ha spiegato l’avvocato Maruccio – va contestualizzato in un periodo delicato e particolare, in piena emergenza», con «la Rsa Bellosguardo – ha ricordato il collega Sciullo – tra le prime strutture a non consentire l’ingresso agli ospiti , anticipando a volte anche le ordinanze e le disposizioni regionali e Governative».