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S. MARINELLA – Ieri mattina si è tenuta una seconda manifestazione di protesta da parte di una settantina di aderenti ai partiti della destra e di una parte della sinistra cittadina, in occasione del consiglio comunale a porte chiuse che era stato indetto per discutere alcuni temi sensibili, relativi alle vicende che hanno portato la cittadina nelle pagine di cronaca dei più importanti giornali italiani. La scelta dell'amministrazione comunale di tenere un consiglio comunale chiuso non ha di certo placato le proteste delle opposizioni, che hanno deciso di indire un sit-in davanti al municipio, controllato da forze di polizia e dei Vigili urbani. Al termine della seduta sono stati espressi giudizi diversi da parte degli interessati.
LA MAGGIORANZA La maggioranza ha espresso al termine della seduta, la piena solidarietà e fiducia al sindaco Tidei «che in questa vicenda - dicono - non solo è la principale persona offesa, ma nel contempo è vittima di una gogna mediatica che la magistratura siamo sicuri perseguirà con la dovuta fermezza. Il consiglio comunale ha invitato le opposizioni ad abbandonare il campo dalle strumentalizzazioni e dalla demagogia e intraprendere un percorso democratico di proposte e di progetti che sinora non hanno saputo neanche indicare. L’opposizione invece si è squagliata come neve al sole e alla spicciolata ha abbandonato l’aula consiliare, quando si è trattato di parlare dei quattro rinviati a giudizio per corruzione, evidentemente non avendo ragioni da sostenere, per la mancata presenza tra i loro banchi di uno degli accusati (il consigliere Roberto Angeletti) che dovrà presentarsi in tribunale in qualità di imputato. L’ultimo strumentale tentativo è stato quello di eludere l’argomento Angeletti che, come emerge dalla richiesta di rinvio a giudizio, è stato impiegato completamente soggiogato e al servizio dell’imprenditore Fabio Quartieri. Tra i silenzi dell'opposizione, spicca la questione giuridica di usare la pubblicazione delle intercettazioni tutte messe a disposizione degli imputati senza discrimine, messa invece in luce nell’interrogazione del senatore Zanettin capogruppo in commissione giustizia di Forza Italia e ed ex membro del Csm”. “Ai manifestanti – concludono - inviamo l’invito a farsi sentire nelle sedi istituzionali anziché agitarsi in strada con fischietti e ciaramelle per coprire le assordanti contraddizioni di una opposizione che al momento di discutere ha scelto, invece, la via della fuga dismettendo il proprio ruolo e offendendo la democrazia”.
LA MINORANZA Diversa la posizione dei componenti della minoranza. Assente il consigliere Angeletti costretto a casa per un intervento operatorio. “Alla luce del quadro generale fin qui descritto, appare evidente il pervicace accanimento del sindaco e della sua maggioranza nel voler sostenere posizioni che, a nostro avviso, danneggiano l'immagine e la credibilità delle istituzioni del Comune – dicono Baciu, Fantozzi, Fiorelli e Fratturato - in 74 anni di storia di questa città, mai come in questi mesi, il nostro Comune è stato esposto al pubblico ludibrio non solo a causa dei fatti descritti, ma travolto da un turbinio di incontrollate dichiarazioni del primo cittadino che, anziché trincerarsi dietro un religioso silenzio, ha preferito rilasciare interviste per varie testate nazionali e locali, sostenendo la propria versione di comodo, arricchendola di tanto in tanto di nuovi particolari, fino a corredarla di inopportune foto dei luoghi del misfatto come apparso, ad esempio, su Repubblica in data 29 settembre 2023 o riportando i complimenti ricevuti sui social come un trofeo da esibire. Le opposizioni, invece, hanno dato ampia dimostrazione di avere interesse per il solo aspetto politico-amministrativo della vicenda, ponendo quesiti specifici sull'azione amministrativa, bandi, concorsi, appalti, consulenze, che nulla avevano a che fare con la sfera privata. Tuttavia la maggioranza, forte del proprio attaccamento alla poltrona, rimane sorda ad ogni legittima richiesta di confronto pubblico. Le opposizioni, nell'interesse della cittadinanza santamarinellese, rinnovano l'invito al sindaco per un confronto aperto al pubblico sulle tematiche di cui sopra, chiedono con fermezza, data la situazione e la cospicua mole di attività legali già in corso e da intraprendere, di fare un passo indietro al fine di tutelare al meglio la sua persona, separando le proprie sorti da quelle dell'ente che, ancora oggi, pro tempore rappresenta. In considerazione di quanto esposto nell’interrogazione – concludono le minoranze - e dei fatti ad essa relativi, come ad oggi riportati dalle testate giornalistiche, che, qualora accertati, lascerebbero ragionevolmente presumere una incompatibilità politico amministrativa nella gestione degli appalti milionari del Pnrr e nella gestione dei concorsi, in qualità di consiglieri di opposizione facciamo nostra l'interrogazione dell'On. Fabio Rampelli, riportandoci ad essa integralmente e cioè che il consiglio comunale venga fatto decadere in base all’articolo 142 del Tuel”.
IL SINDACO TIDEI Ovviamente provato per tutto ciò che gli è accaduto nell’ultimo mese, il sindaco Pietro Tidei, così come aveva assicurato prima del consiglio comunale a porte chiuse che si è tenuto ieri mattina, ha tenuto l’attesissima conferenza stampa a cui hanno partecipato, oltre alle testate locali, anche un giornalista di Rai 3 che ha sottoposto il sindaco ad una infinita serie di domande che hanno spaziato su tutti gli argomenti resi noti dal giornale La Verità, riuscendo a rispondere senza trincerarsi dietro ai “no comment”. “Perché non ho nulla da nascondere – dice il sindaco ad inizio conferenza - mi preme ricordare che io sono la parte lesa, sono stato messo alla gogna mediatica per aver denunciato per corruzione alcuni consiglieri comunali e un imprenditore che voleva fare uno stabilimento balneare davanti al suo ristorante, trasformare un albergo in case private e tentare di coprire i numerosi abusi edilizi in quanto, ha avuto più ingiunzioni di demolizione in più anni per il parere negativo della Soprintendenza, della Capitaneria di Porto in quanto erano abusi insanabili. Lui ha fatto ricorso al Tar che gli ha dato torto, poi è ricorso al Consiglio di Stato che ora deve decidere in merito. Effettivamente tutto è cominciato quando io ho presentato una denuncia ai personaggi in questione in quanto, stavano tramando per farmi decadere. Ma non lo dico io, lo dicono le intercettazioni e in particolare Fabio Quartieri che, non sapendo di essere intercettato dice a Angeletti “Robè, se io trasformo in stabilimento questa spiaggia qui davanti, scoppia la guerra, ma io in guerra non ci voglio andare allora chiudo e vado in cassa integrazione. Il sindaco deve capire che deve mettere mano alla regolamentazione della spiaggia sennò lo manno a casa”. “Quando ho visto che non c’era il rischio di mandarmi a casa – spiega Tidei - ho deciso di far scemare la questione ecco perché ho detto al maresciallo dei Carabinieri di lasciar stare”. Per quanto riguarda le accuse dei posti di lavoro promessi e della gara d’appalto della Perla del Tirreno? “Di queste cose non ne è andata in porto nessuna – dice Tidei – su questo ho risposto in consiglio comunale presentando un pro memoria. Io oggi ho riferito in consiglio fatti veri, non pezzetti di intercettazioni. Noi siamo trasparenti, noi non abbiamo fatto nulla di tutto quello di cui ci accusano. “Allora se siete trasparenti perché non avete fatto un’assemblea aperta? “Non l’abbiamo fatta perché il segretario generale, in base agli argomenti trattati e le persone coinvolte ha detto che andava fatto a porte chiuse”.
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