TARQUINIA - Tanti cittadini, sui social, li hanno chiamati in causa. E la presa di posizione non è tardata ad arrivare. Anche i “Divini commercianti” si esprimono contro la decisione del sindaco Alessandro Giulivi di far sgomberare da piazza Cavour i tavoli dei vari locali commerciali. Una decisione che suscita la disapprovazione della maggioranza dei cittadini per le modalità e la tempistica, oltre che per motivazioni poco condivisibili. «La decisione dell’amministrazione comunale e del sindaco Giulivi di disporre mediante la Polizia locale lo sgombero dei tavoli esterni delle attività di piazza Cavour, oltretutto in un giorno festivo e in pieno periodo natalizio, è l’ennesimo atto di prepotenza contro la città e le sua attività commerciali - affermano dall’associazione Divini commercianti - Innanzitutto i modi: chiedere la rimozione delle strutture in dodici ore notturne e nel cuore di un ponte, tra un giorno festivo e un sabato, è un atto irrispettoso che non può essere giustificato in nessun modo - commentano i Divini commercianti - Il farlo in questo modo estemporaneo e improvvisato, in una piazza che la stessa Polizia locale conosce alla perfezione visto che ci fa servizio ogni santo giorno, è il sintomo della totale mancanza di programmazione di questa amministrazione. Se l’interesse fosse davvero quello di valorizzare la città, si sarebbe dovuto fare un percorso diverso, da avviare molto prima delle festività, pianificando e cercando soluzioni».

«Questa ennesima presa di posizione da sceriffi si aggiunge alla lista dei provvedimenti contro le attività commerciali di questa città, dalla Ztl alle multe a tappeto, e forse è ancora più incomprensibile di quelle appena citate», concludono i Divini commercianti. «Perché mi chiedo - aggiunge Gino Stella - che senso ha investire su luminarie e decorazioni per l’economia del paese, se poi si danneggiano le attività per fare spazio proprio alle decorazioni?» Ieri sulla piazza è stato posizionato l’albero di Natale, ma lo scenario, per i più, «è rimasto desolante». E pensare che si tratta dell’ingresso della città.

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