Tari, a Viterbo la seconda meno cara del Lazio malgrado gli aumenti. Lo si deduce dal Rapporto 2025 dell’osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che, a livello nazionale, periodicamente analizza le variazioni delle tariffe.

A Viterbo, nel 2025, il costo medio della Tari è stato di 354 euro con un aumento dell’1,8% rispetto al 2024, quando il costo medio era stato dei 348 euro.

Il dato è il secondo più economico del Lazio: la Tari meno cara regionale, nel 2025, si è avuta a Frosinone con 344 euro anche se, in termini di variazione percentuale, al contrario, Frosinone ha avuto il rincaro più alto pari al +3,6%.

È Latina la città capoluogo del Lazio con la Tari più cara con un costo medio di 438 euro (+1,5% sul 2024). Dietro Latina c’è Roma con 396 euro (+0,6%) e Rieti con 380 euro (+1,9%). Quindi Viterbo e Frosinone.

Il costo medio della Tari nel Lazio è di 383 euro con Frosinone, Viterbo e Rieti sotto la media regionale, Latina e Roma sopra.

Viterbo, invece, è ultima regionale per produzione pro-capite di rifiuti con 414,8 chili a persona.

Si producono più rifiuti pro-capite nel Lazio nel Comune di Roma con la media di 581,5 chili a persona, segue Frosinone con 488,9 chili e Rieti con 488,1. Latina è quarta con 481,6. La media di produzione pro-capite di rifiuti è di 500,8 chili.

“A livello regionale, spiccano in positivo, oltre al Trentino Alto Adige che si caratterizza per la spesa più bassa – spiegano dall’osservatorio di Cittadinanzattiva.it - e un’elevata percentuale di raccolta differenziata, anche Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche dove ad una Tari molto al di sotto della media nazionale, si associano i più elevati livelli di raccolta differenziata. Dei dieci capoluoghi più costosi, sette appartengono a regioni meridionali, a conferma del persistente divario territoriale. In cima alla classifica si collocano Catania (602 euro), Pisa (557 euro), Genova (509 euro) e Napoli (496 euro). In modo speculare, dei 10 capoluoghi che si posizionano come più economici, 8 appartengono a regioni settentrionali. Tra i più economici, Cremona (196 euro), Udine e Trento (199 euro) registrano i costi più contenuti, in larga parte grazie alla presenza di sistemi di raccolta efficienti e di tariffazione puntuale.

Nel complesso, la crescita dei costi è generalizzata: rispetto al 2024, 95 capoluoghi hanno registrato un aumento della tariffa, 14 una riduzione, mentre solo uno è rimasto invariato”.