TARQUINIA - L'euforia del “tutto gratis” ha indotto amministratori, tecnici, ditte e condomini a lanciarsi in lavori di ogni genere, talvolta anche avventati e imponenti. E le cose poi non sono andate affatto bene. E’ il caso di un’anziana signora residente a Tarquinia.

A raccontare la storia è la figlia, Elena Maria Scopelliti, che ripercorre i fatti che hanno visto vittima la sua anziana mamma impossibilitata a rientrare nella sua casa e che la vedono protagonista di denunce.

«Mia madre di 88 anni ha dovuto lasciare la sua abitazione a gennaio dello scorso anno per lavori che non sono stati mai neanche avviati - racconta la Scopelliti – L'appartamento è però rimasto inabitabile a causa dei sondaggi invasivi fatti dalla ditta e per problemi di umidità dovuti ad una scarsa manutenzione, come rappresentato nelle foto scattate a dicembre 2022. Ringrazierò sempre questo Governo che non ho oltretutto votato per aver messo un punto alla sciagura del superbonus - afferma la Scopelliti che da sempre possiede una casa a Marina Velca, nota località residenziale di Tarquinia - Ho dovuto impugnare assemblee su assemblee, e ora, con un manipolo di condomini "illuminati" sono passata dalle diffide alle denunce».

«L'amministratrice, nel 2020, ha portato in assemblea una grande e famosissima ditta disposta a demolire e ricostruire tutto il fabbricato a “costo zero” - ricostruisce la Scopelliti - Ho impugnato le assemblee perché i vincoli paesaggistici e di rischio idrogeologico non permettevano questa opera faraonica. Ma alla fine siamo stati salvati dalla professionalità del tecnico comunale che ha rifiutato la Cilas per gli stessi motivi da me citati. I lavori avrebbero superato il valore di 30 milioni di euro. Passato un anno, la ditta non si è arresa e ha presentato un nuovo progetto faraonico, questa volta di sola ristrutturazione. Il costo di tale nuovo progetto superava i 20 milioni di euro. Ben al di sopra del valore degli appartamenti. I tecnici della ditta non sono però stati in grado di presentare in modo corretto al Comune le pratiche di sanatoria e di Cilas. Il tecnico comunale le ha rifiutate e ci ha, di nuovo, salvati da un debito con l'Agenzia delle Entrate che non avremmo mai potuto saldare, neanche con il valore degli immobili. Finalmente siamo usciti dall'incubo. Tecnici professionisti stanno finalmente lavorando alle pratiche di sanatoria». «Purtroppo la maggior parte dei condomini crede ancora alla favola dei lavori gratis - commenta la Scopelliti - evidentemente, nonostante la realtà sia chiara, i sogni sono duri a morire». ©RIPRODUZIONE RISERVATA