ROMA - All’indomani del terribile incidente mortale avvenuto la notte scorsa a Fonte Nuova, dove hanno perso la vita cinque ragazzi, gli inquirenti hanno scoperto che l’auto con a bordo i sei giovani procedeva a circa 100 chilometri all’ora. La velocità è stata stimata, a quanto si apprende, attraverso l’analisi dei filmati delle telecamere presenti nella zona che hanno immortalato il passaggio della Cinquecento. Sull’auto verrà disposta, inoltre, una perizia per valutare se possa esserci stato un guasto prima dell’impatto del mezzo prima contro un palo e poi contro un albero.

Dall’esame delle immagini delle telecamere emerge, inoltre, il passaggio dell’auto una sola volta in quel tratto di strada. Un dato che smentisce, dunque, l’ipotesi di passaggi ripetuti sulla stessa strada. Sull’incidente la Procura di Tivoli ha aperto un fascicolo per omicidio stradale a carico di ignoti, disponendo l’autopsia sui cinque ragazzi morti. L’esame si terrà presso l’Istituto di medicina legale della Sapienza e per gli esiti dell’autopsia e degli esami occorreranno alcuni giorni.

[caption id="attachment_449272" align="alignleft" width="300"] Il punto dove la 500 si è ribaltata[/caption]

«È il caso di ricordare che se qualcuno dovesse essere in possesso di immagini ovvero di informazioni utili per ricostruire la dinamica del sinistro avrebbe l’obbligo – si spiega in una nota della procura che ha aperto un fascicolo per omicidio stradale contro ignoti – prima ancora che giuridico, morale di prendere contatti con i carabinieri che stanno procedendo o con la procura. Il ragazzo che è sopravvissuto al gravissimo incidente rilascerà ai carabinieri dichiarazioni utili appena possibile (vale a dire quando i medici lo riterranno)». Al momento la Procura, guidata dal procuratore capo Francesco Menditto, e carabinieri stanno lavorando senza sosta per ricostruire nel più breve tempo possibile la dinamica del sinistro. «Non vi è alcun elemento (video, dichiarazioni o altro) per offrire possibili ricostruzioni di come sono accaduti i fatti», precisano.

Nel frattempo dall’ospedale parla Leonardo Chiapparelli, l’unico sopravvissuto: «Perché proprio io? Sono sopravvissuto, non so come. Ero al centro sul sedile posteriore: i corpi dei miei amici mi hanno protetto». Il ragazzo sta bene ma si troverebbe sotto choc. Ha saputo da suo padre che i suoi amici sono morti e presto potrebbe essere sentito dai carabinieri come testimone chiave di quello che è successo. Parlando con La Repubblica, il padre di Leonardo afferma: «Lui è vivo, ma ho perso cinque figli. Perché sono cresciuti tutti insieme. Si volevano bene, erano come fratelli. Stavano spesso da noi. Non posso pensare al dolore dei genitori. Non si può morire così». A dare voce al suo dolore è anche il padre di Flavia, la ragazza 17enne deceduta nello schianto, dicendo di non credere alla versione della corsa fatale: «Forse si è piantata una ruota, forse un guasto all’autovettura. A 21 anni i ragazzi non hanno grande esperienza: qualche secondo di panico può essere costato la vita a tutti», dice dialogando con La Stampa. Per il papà di Flavia, «non c’è stata distrazione o velocità eccessiva, ma probabilmen
te un problema meccanico. Flavia era una ragazza dolcissima, veramente brava. Ho parlato con altri amici e so che nessuno ha alzato il gomito, erano ragazzi responsabili. Lei si faceva accompagnare in auto da 2 o 3 persone fidate. Altrimenti ero io ad andarla a prendere: lo facevo sempre, lo avrei fatto anche questa volta. Si può morire così?».