CIVITAVECCHIA – Nell'ombra della malattia, si scrive una storia di amore e solidarietà, tessuta dalle donne che affrontano la Sla con coraggio e determinazione.
A raccontarla sono le pagine dell’Avvenire. Tutto ruota attorno a Civitavecchia, dove la giovane Sara, soprannominata affettuosamente "Saretta", diventa l'ancora di sua madre Simona, colpita dalla malattia. In una comunità segnata dalla solitudine, l'Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (AiSla) unisce le loro vite a quella di Gabriella, un'altra paladina della Sla, insieme al marito devoto e alla figlia Moira. Un’altra famiglia di Civitavecchia. 

Mentre Simona perde la battaglia, il legame tra Sara e Moira si rafforza, evidenziando il valore delle reti di solidarietà femminile. E questa forza, questo amore, questo lavoro quotidiano è stato celebrato nel giorno della festa della donna, con AisLa Lazio che ha scelto i volti di Moira, Gabriella e Sara come testimoni di una battaglia silenziosa ma carica d’amore. 

Per Sara, come per molte donne, il "lavoro di cura" rimane invisibile però agli occhi della società. È un impegno totale, che spesso porta alla rinuncia alla propria carriera e ai propri sogni. Tuttavia, una luce di speranza emerge dal Lazio con il programma e-Family, sostenuto da AiSla, che riconosce il ruolo cruciale degli Assistenti familiari nel welfare sociale. Da un iniziale investimento di 6 milioni di euro, come progetto pilota, oggi la cifra si è quadruplicata, raggiungendo i 22 milioni. Mamma Gabriella ottiene il finanziamento, e Sara diventa ufficialmente il suo aiuto, assunta come caregiver e trovando finalmente il riconoscimento e il lavoro che merita. Il coraggio e l'amore di Sara si trasformano in una forza generativa che illumina altre vite. In queste storie di donne invisibili emerge quindi una grande lezione di resilienza e speranza.