PHOTO
CIVITAVECCHIA – È bastata una pioggia di qualche ora, unita all’allerta meteo diramata nel pomeriggio precedente, per far crescere la preoccupazione nei quartieri a sud di Civitavecchia.
San Gordiano, in particolare, torna a scrutare il cielo con apprensione, memore delle devastazioni del 25 ottobre scorso e dei successivi temporali estivi che hanno messo in crisi strade, fogne e abitazioni.
Secondo i dati pluviometrici, nella giornata del 10 settembre sono caduti 33,8 mm di pioggia, un quantitativo superiore alla media mensile stagionale. Non un’alluvione, ma comunque una pioggia sufficiente a generare disagi e a confermare la fragilità delle infrastrutture cittadine.
Il presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili, Marco Manovelli, lo ha scritto sui social: «Dopo l’alluvione del 25 ottobre 2024 (senza alcun risarcimento) e gli allagamenti di quest’estate con tracimazione delle fognature, rappresento il patema d’animo degli abitanti di San Gordiano. Ci aspettiamo che Comune e Acea diano soluzioni definitive».
Lo stesso Manovelli, che ha già subito danni per decine di migliaia di euro, ha acquistato 500 kg di sabbia in sacchetti da sistemare davanti al garage. Non è un rimedio risolutivo, ma almeno un tentativo di protezione. Molti altri residenti hanno fatto lo stesso, rialzando mobili e suppellettili negli scantinati, dopo aver perso ricordi e oggetti durante le piogge passate.
La notte scorsa, quella tra martedì e ieri, in via dei Prati le fogne sono tornate a tracimare nei garage, con rischi igienico-sanitari evidenti.
Criticità anche in viale Lazio, dove l’acqua ristagna ed il deflusso e la viabilità diventano problematica.
«Non è normale che alla prima pioggia tutto vada in tilt – denunciano i residenti – serve una manutenzione seria dei fossi, la pulizia costante di caditoie e tombini, e una revisione della rete fognaria».
Molti si interrogano anche sul destino della procedura per il riconoscimento dello stato di calamità naturale avviata dal Comune e indirizzata alla Regione Lazio dopo l’alluvione di ottobre. I cittadini hanno presentato entro il 30 dicembre tutta la documentazione richiesta, ma da allora non si è più saputo nulla.
Nessun ristoro è arrivato, nonostante muri sfondati, intercapedini compromesse e danni per migliaia di euro.
Siamo solo a settembre, e l’autunno deve ancora cominciare. Per chi vive in questi quartieri, ogni pioggia è già un banco di prova, un promemoria doloroso di quanto accaduto e un timore costante che possa accadere di nuovo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA