S. MARINELLA - Nei pressi delle peschiere dell’antica villa romana delle Grottacce, alcuni volontari del gruppo Archeologico del Territorio Cerite che stavano lavorando intorno ai reperti, hanno notato una strana forma lineare. Bordi di una struttura antica, di metallo. Una vasca unica nel suo genere, realizzata in piombo, trovata sott’acqua. Dopo la scoperta il Gruppo, ha compiuto un accurato sopralluogo con la dottoressa Barbara Barbaro, archeologa della Soprintendenza per il Mare, e il dott. Marco Ciabattoni, in rappresentanza dell’Istituto di Cultura Romana. La vasca, ancora da scavare e recuperare, ha destato grande interesse e curiosità poichè dovrebbe riferirsi all’antica villa romana. Ma quale funzione aveva? L’importanza di questa scoperta risiede nella singolarità del materiale utilizzato per la costruzione della vasca, il piombo, che offre un’eccellente resistenza alla corrosione e si presta a molteplici interpretazioni sulla sua funzione originaria. Attualmente colma di detriti e pietre, la vasca rappresenta un enigma affascinante che gli esperti archeologi si apprestano a risolvere attraverso una serie di interventi e studi approfonditi. Era una struttura di servizio rispetto alle peschiere, cioè alle piscine in cui veniva allevato il pesce. Il piombo veniva utilizzato, nel mondo romano, sia nell’ambito dell’idraulica condutture e snodi che per realizzare sarcofagi. La villa romana delle Grottacce, situata lungo la Via Aurelia è una testimonianza straordinaria dell’antica vita marittima. Scavata nel corso dell’’800 e nel 1952 dalla Saem, la villa prende il nome dalle rovine delle cisterne utilizzate per la raccolta dell’acqua, denominate “grottacce” dagli abitanti locali. L’edificio, che originariamente si estendeva su un’area di circa un ettaro e mezzo, affacciandosi su uno sperone roccioso alto dieci metri sul livello del mare, ospitava una peschiera semicircolare con un piccolo molo per l’attracco delle imbarcazioni. La villa delle Grottacce, costruita in due fasi distinte, rappresenta un esempio significativo di architettura e stile di vita dell’epoca romana. Le strutture, testimonianze tangibili di un passato ricco di storia, si estendono su due livelli, con il seminterrato che ha resistito all’usura del tempo. Le numerose cisterne presenti, dotate di suggestive volte a botte, erano utilizzate non solo per le necessità quotidiane, ma anche per alimentare la peschiera annessa. Nel corso dei secoli successivi, alcune di queste cisterne furono adattate in magazzini per il deposito di derrate alimentari, riflettendo l’evoluzione delle esigenze della villa. L’acqua, fondamentale per la vita nella villa, veniva fornita attraverso tre pozzetti connessi alle cisterne sottostanti, mentre la peschiera stessa si basava su un solido basamento di roccia sedimentaria. L’architettura semicircolare della peschiera, con quattro semicerchi concentrici, offre una visione affascinante della sua antica grandezza. Le vasche interne, destinate verosimilmente all’allevamento dei pesci, testimoniano l’importanza dell’attività ittica nella vita dei romani di quell’epoca. L’indagine archeologica in corso sulla misteriosa vasca di piombo aggiunge un capitolo intrigante alla storia della villa delle Grottacce. L’obiettivo ora è comprendere la funzione originaria di questa struttura, aprendo finestre sui modi di vita e le pratiche dei nostri antenati.

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