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ALLUMIERE - Si amplia sempre di più il fronte del ''No al mega digestore''.
Anche il Pd di Allumiere esprime nettissima contrarietà all'ipotesi scellerata di realizzare un megadigestore nel comprensorio.
«Abbiamo appreso che la Regione Lazio ha espresso parere favorevole al progetto della società ''Ambyenta Lazio'' di costruire un megaimpianto biodigestore in località Monna Felicita a Civitavecchia - scrivono dalla segretaria del Pd di Allumiere Karin Minerva e gli altri membri della sezione collinare - è una decisione unilaterale, senza motivazioni se non quella economica, che va contro il parere negativo espresso dalla Asl Roma 4, dalla Soprintendenza, dai Comuni interessati e dalle associazioni e comitati dei cittadini. Pareri negativi non nati per caso, ma conseguenza dello studio epidemiologico condotto dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale, che ha dimostrato come il nostro territorio, ormai da anni martoriato da servitù energetiche che tutti conosciamo, non può reggere ulteriori lacerazioni, a livello ambientale e sanitario. Questo impianto prevede il trattamento di 120mila tonnellate di rifiuti organici l’anno, cioè l’equivalente della produzione di 20 città come Civitavecchia e che comporterà un traffico di circa 15-25 tir al giorno, con il conseguente aumento dell’inquinamento della zona, a due passi dal Monumento Naturale della Frasca ed anche al nostro Monumento Naturale del Faggeto, che da anni stiamo cercando di tutelare dal punto di vista ambientale».
«Per questo motivo - proseguono - ribadiamo il nostro secco no. Avevamo esultato quando nel 2020 la Regione Lazio con l’approvazione del piano dei rifiuti aveva indicato che ogni territorio avrebbe dovuto avere un impianto di trattamento dei rifiuti proporzionato, a gestione pubblica, perché come sostiene anche Legambiente “le Regioni devono approvare dei criteri per i progetti in modo da spingere scelte di localizzazione coerenti con i vincoli ambientali e con le vocazioni dei territori, e realizzare solo impianti che diano garanzie rispetto alla gestione, all'approvvigionamento delle materie prime, all'efficienza della produzione, agli aspetti sanitari e di sicurezza” e “non è più ammissibile il proliferare incontrollato di progetti sullo stesso territorio, col risultato di creare sospetti e opposizioni crescenti tra la popolazione”.
«Questa decisione - concludono - rappresenta un tradimento della Regione a sé stessa e al nostro territorio, perciò crediamo che sia giusto opporci in tutte le forme possibili a questa scellerata decisione, che non ha bandiera politica ma riguarda tutti noi come cittadini. Quindi, come già fatto in passato, siamo pronti a collaborare con tutte le forze politiche ed i comitati al di là dei colori, sempre e solo dalla parte del territorio".
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