TARQUINIA - Consistente riduzione degli sprechi alimentari con le “Regusto bag”: la conferma arriva dall’evento finale del progetto Lowinfood H2020 dell’Università della Tuscia. Grazie all’utilizzo delle Regusto Bag si è infatti registrata una riduzione del 9% degli sprechi alimentari in volume con il 73% dei clienti dei ristoranti che ha dichiarato di non aver registrato sprechi alimentari, constatando che ordini e porzioni eccessive sono le principali cause della generazione di sprechi. I dati sono stati illustrati nel corso dell’incontro avvenuto venerdì presso lo stabilimento Tibidabo Beach di Tarquinia Lido, nell’ambito dell'evento conclusivo della Task 5.6 del progetto Lowinfood H2020, coordinato dall’Università della Tuscia e finanziato dalla Comunità Europea.

Il progetto ha proprio l’obiettivo di promuovere pratiche alimentari più sostenibili e ridurre gli sprechi alimentari testando soluzioni innovative. La Task 5.6 si è concentrata sull'implementazione dell'innovazione “Regusto” per la misurazione degli sprechi alimentari nella fase di ristorazione e dei consumi fuori casa e a tale scopo è stato introdotto lo strumento della Regusto bag. Le Regusto bag, in sostanza, sono state proposte dai ristoranti partner ai clienti, offrendo loro la possibilità di portare a casa gli avanzi del pasto per consumarli successivamente o di ritirare ordini tramite l'app Regusto per ridurre il cibo in eccesso. Ogni bag è stata dotata di un Qr code collegato a un questionario online che i clienti hanno compilato al momento dell’asporto e anche dopo la consumazione.

Questo duplice monitoraggio ha permesso di monitorare il cibo che veniva portato a casa e di valutare se e quanto veniva effettivamente sprecato. Grazie al prezioso contributo dei ristoranti partner, tra cui il Tibidabo, in cui si è svolto l’evento, sono state distribuite quasi duemila Regusto bag con codice QR, realizzando un monitoraggio, attraverso la raccolta di dati statistici, sulla gestione alimentare nei ristoranti e sui consumatori. L'obiettivo principale è stato quantificare gli sprechi alimentari fuori casa e valutare l'efficacia dell'innovazione Regusto nella loro riduzione. Durante il progetto sono stati coinvolti cinque ristoranti partner. Complessivamente sono state raccolte oltre 580 risposte dalle indagini sui consumatori e 10 dai ristoratori.

I risultati ottenuti sono stati estremamente positivi: sia nelle operazioni di cucina che tra i clienti dei ristoranti, si è registrata una riduzione del 9% degli sprechi alimentari in volume. Circa 263 kg di cibo sono stati portati via dai ristoranti partecipanti grazie all’uso delle Regusto Bag. Questo quantitativo rappresenta il cibo potenzialmente salvato dai ristoranti. Il cibo consumato dai clienti una volta portato a casa ha superato i 232 kg, evidenziando un tasso di spreco pari solo all'11.8% del totale. “Il 73% dei clienti dei ristoranti ha dichiarato di non aver registrato sprechi alimentari dopo aver utilizzato le Regusto bag”, sottolinea Clara Cicatiello, ricercatrice di Economia Agraria presso l'Università della Tuscia e coordinatrice del progetto. “Inoltre, i risultati confermano anche come ordini e porzioni eccessive siano le principali cause della generazione di sprechi alimentari.”

“Il progetto Lowinfood è stato stimolante ed esaltante per Regusto ma allo stesso tempo ha rappresentato una sfida non banale considerando l’impatto che la pandemia ha avuto sul settore Horeca durante il progetto. Le innovazioni pensate per ottimizzare la gestione dei prodotti a rischio spreco nei ristoranti sono state testate nei locali aderenti a partire dal Tibidabo che ha risposto in maniera positiva e propositiva. È stato un onore e un piacere collaborare a stretto contatto con il team dell’Università della Tuscia a partire dalla professoressa Clara Cicatiello e dal professore Luca Secondi oltre che con la Professoressa Ludovica Principato», aggiunge Paolo Rellini, cofondatore e responsabile ricerca e sviluppo di Recuperiamo Società Benefit (Regusto). L'evento finale della Task 5.6 ha rappresentato un momento importante di discussione aperta sull'importanza di una gestione responsabile delle risorse e dei consumi alimentari e sulla promozione di una cucina più sostenibile. “Abbiamo partecipato con grande entusiasmo al progetto Lowinfood. Ci impegniamo e continueremo a impegnarci per una gestione ottimale del cibo sia nella preparazione dei pasti, sia proponendo ai nostri clienti di portar via ciò che non riescono a finire nei loro piatti” afferma Marzia Marzoli, titolare dello stabilimento Tibidabo. "In occasione dell'evento finale del progetto, abbiamo colto l'opportunità di evidenziare il significativo contributo delle soluzioni digitali innovative nel monitorare, misurare e ridurre gli sprechi alimentari", conclude Luca Secondi, professore associato di Statistica Economica all'Università della Tuscia e responsabile della Task di progetto. "Siamo entusiasti di aver condiviso questi risultati con il pubblico, stimolando ulteriori azioni volte a contrastare gli sprechi alimentari". Durante l'evento è stato trasmesso anche un collegamento video per l’intervento dell’onorevole Maria Chiara Gadda, vice presidente della commissione Agricoltura della Camera dei Deputati e prima firmataria della Legge 166/16, nota come "antispreco", che ha ricordato le opportunità fornite dalla Legge per le aziende e per il terzo settore. Ha inoltre condiviso con i partecipanti la sua prospettiva sull'importanza di iniziative come Lowinfood e sulle innovazioni portate da realtà come Regusto nella lotta agli sprechi alimentari.

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