Una signorilità da gentiluomo d’altri tempi e due grandi occhi azzurri con cui filtrava il mondo, esaltando la bellezza e squarciando i veli di ipocrisia intessuti dalla nostra società.

Questo in poche parole era Alessio Paternesi.

Un grande artista, ma anche un grande uomo.

Molti viterbesi lo ricorderanno quando il sabato mattina amava passeggiare per Corso Italia insieme ai suoi amici.

Prima comprava il suo amato Messaggero nell’edicola di metà corso, poi l’immancabile caffè nel bar di piazza del Comune.

Purtroppo, venerdì mattina Alessio ci ha lasciato, se ne è andato in silenziosa eleganza proprio come ha vissuto. Oggi alle 15.30 nella chiesa di Sant'Angelo in Spatha, tutti quelli che hanno conosciuto e amato il maestro Alessio Paternesi lo hanno salutato per l’ultima volta In una chiesa gremita, insieme agli amici di Alessio, anche tanti artisti della Tuscia.

Sul banco in prima fila sua moglie Danka e la figlia Monica, insieme ai familiari. All'altro lato il presidente della Provincia Alessandro Romoli, che ha voluto che la camera ardente per l’artista fosse allestita nella sala consigliare di palazzo Gentili, Luca Giampieri, sindaco di Civita Castellana, dove Paternesi era nato e, in rappresentanza della sindaca Frontini, l'assessora alle Politiche sociali, Patrizia Notaristefano. «Alessio era una persona gentile, fine e attenta verso tutto e tutti - ha detto don Ivo Bruni, durante l'omelia - lo ricordo professore quando era insegnante e artista nel suo studio di San Pellegrino.

Era un uomo che viveva per la bellezza dell’arte, ora è al cospetto della bellezza del divino che è eterna».

Poi il ricordo della figlia dell’artista, Monica Paternesi: «Sono orgogliosa di tutto quello che papà ci ha lasciato - ha detto - perché ha segnato la voglia di lasciare una traccia, e credo che questa sia la dimensione maggiore che, in senso laico, possa dare il senso religioso di una vita: la voglia di esserci e di lasciare una traccia».

Anche il presidente Romoli ha ricordato la figura di Alessio Paternesi.

«Un pezzo della storia della nostra provincia - ha detto - ha dato tanto per la sua crescita culturale, ma anche sociale.

Ci ha trasmesso la volontà di libertà di giudizio che molto spesso per convenienza o opportunismo viene ignorata».

Infine, l’intervento del sindaco di Civita Castellana, Luca Giampieri:

«Da oggi siamo più poveri, perché è scomparso questo grande artista che aveva la capacità di trasformare le sue idee in bellezza.

Ricordo la sua commozione il giorno in cui ho avuto l’onore di conferirgli la cittadinanza onoraria della sua amata Civita Castellana.

Un uomo che non ha mai dimenticato le sue radici e Civita, per onorarlo e ricordarlo, troverà un posto significativo della città da intitolargli».

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