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FREGENE - Ancora in cerca di verità per quanto riguarda l’omicidio di Stefania Camboni, uccisa a coltellate all’interno della sua villetta a Fregene.
Una vicenda che presenta ancora molte ombre, ma che vede procedere le indagini a ritmo serrato proprio per cercare di fare luce.
Si è tenuto, infatti, ieri il sopralluogo nella villetta, ancora sotto sequestro, dove si è consumato il delitto.
Durante il sopralluogo, voluto dalla Procura di Civitavecchia, era presente l’ ex comandante dei Ris di Parma,Luciano Garofano, che è stato nominato consulente di parte dei familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Massimo Gabrielli.
La difesa di Giada Crescenzi, indagata per omicidio volontario aggravato, l’avvocataoAnna Maria Anselmi, ha incaricato come consulente tecnico Armando Palmegiani, ex membro della sezione omicidi della Squadra Mobile della questura di Roma e della polizia scientifica.
Sulla scena del crimine la vittima era stata ritrovata ricopera da dei cuscini e un lenzuolo.
Il sopralluogo ha il compito di delineare un quadro più completo, cercare conferme o smentite delle ipotesi che sono finora al vaglio degli investigatori, in particolare anche sul conivolgimento o meno di terze persone, per la ferocia con il quale è stato messo a segno il delitto.
Punti fermi nelle indagini sono le tracce di sangue ritrovate e le ricerche che Giada Crescenzi, ha effettuato su google, le cui versioni di quest’ultime non hanno convinto la Procura.
C’è poi però il portafoglio e l’auto della vittima che potrebbero rappresentare elementi importanti ma ancora si sta indagando su questo.
Restano quindi, ancora tanti i dubbi sulla modalità con cui sarebbe stato commesso l’omicidio.
Nessun indizione nemmeno sull’arma del delitto o su un probabile movente.
Le indagini procedono in cerca della verità.