SANTA MARINELLA – I carabinieri della Compagnia di Civitavecchia hanno proceduto nei giorni scorsi alla perquisizione dell’abitazione del maresciallo dei carabinieri R.D.F. su mandato del sostituto procuratore Katia Marino.

Le accuse al maresciallo sono particolarmente gravi. La Procura della Repubblica di Civitavecchia contesta al maresciallo di aver aiutato I.C. ad eludere le investigazioni dell’autorità e a sottrarsi alle ricerche, avvisandolo dell’imminente esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a suo carico ed offrendogli nel frattempo protezione, concordandone il successivo arresto con modalità vantaggiose.

Il maresciallo, secondo l’accusa, avrebbe agito con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, dopo la commissione dei delitti di estorsione continuata, tentata violenza aggravata, lesioni e stalking.

I FATTI Il 23 maggio scorso, il gip di Civitavecchia firmava l’ordine di arresto per tre soggetti (I. C, M. U, e A. P ) accusati a vario titolo di delitti di estorsione, tentata violenza privata, lesioni e atti persecutori. L’ordinanza veniva eseguita il 25 maggio, ma gli uomini della polizia giudiziaria hanno trovato reperibile soltanto A. P. perché degli altri si erano perse le tracce. Ha dunque preso il via una intensa caccia ai latitanti e durante una perquisizione a casa di M. U. i militari dell’Armaavrebbero trovato un telefono cellulare che, una volta sequestrato, sarebbe stato fatto oggetto di una copia forensenella qualei si evidenziava una chat tra M.U. e sua moglie, nella quale sarebbe emerso chiaramente che I.C. si trovava a casa del maresciallo R.D.F. Dall’analisi del positioning attivato nel corso delle ricerche di I. C. , sarebbe stato localizzato il telefono a lui intestato che trasmetteva il segnale da casa del maresciallo dei Carabinieri R. D. F.

I militari si sarebbero quindi insospettiti ed avrebbero iniziato a studiare e monitorare tutte le mosse del collega il quale, il 6 giugno, ha avvisato l’ufficio di polizia giudiziaria della Procura di Civitavecchia dell’avvenuta cattura di I. C. fatta da lui stesso e ne trasmetteva il verbale. I colleghi del maresciallo sapevano che lo stesso aveva gestito da solo tutte le operazioni culminate con la dichiarazione d’arresto.

Da quanto emerso nel corso delle indagini, il maresciallo R.D.F. avrebbe autonomamente eseguito perquisizioni personali senza dare corso al mandato di cattura emesso dalla Procura di Civitavecchia. Sembrerebbe che il maresciallo avrebbe anche usato l’auto personale per raggiungere I. C. che si trovava nascosto a Latina.

Per tutti questi fatti, la Procura della Repubblica su ordine della dottoressa Katia Marino, ha emesso una mandato di perquisizione in casa del maresciallo dei Carabinieri, da parte dei colleghi del Nucleo Investigativo dei Gruppo di Ostia, consegnando una copia dell’atto all’interessato che equivale ad un avviso di garanzia.

Il carabiniere, in attesa che si faccia piena luce sulla vicenda, sarebbe stato stato sopeso dal servizio.

PRESUNZIONE DI INNOCENZA Per indagato si intende semplicemente una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale. Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. La presunzione di innocenza si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana secondo il quale una persona “non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”. ©RIPRODUZIONE RISERVATA