FARNESE – Contro la realizzazione del parco eolico industriale nel paese, è stato costituito un comitato, presieduto da Geraldine Meyer, che durante lo scorso fine settimana ha distribuito diversi volantini, a Farnese e ad Ischia di Ischia di Castro, per spiegare i motivi dell’opposizione alla costruzione dell’impianto.


«Siamo un gruppo di cittadini di Farnese - si legge nella nota - che hanno costituito un comitato per opporci all’ennesimo parco eolico industriale con cui si sta colpendo la Tuscia: nello specifico, il progetto denominato Vallerosa della proponente Fri El, società privata altoatesina. Si tratta di un progetto che presenta molti elementi di incompatibilità normativa e paesaggistica, rispetto alle quali il comitato ha redatto una relazione ostativa che è stata pubblicata sul sito della Regione Lazio – Area Via. Un progetto abnorme che prevede sette aerogeneratori, di cui sei sul territorio di Farnese, alti 200 metri, l’equivalente di un palazzo di oltre sessanta piani, e un vero e proprio stravolgimento del territorio per le opere accessorie necessarie, tra cui modifica della viabilità e esproprio di terreni. Ci teniamo a dire - prosegue la nota - che non siamo contrari alle energie rinnovabili, necessarie per l’abbandono delle energie fossili, ma lo siamo a questo tipo di progetti industriali i cui benefici non sono per le comunità ma esclusivamente per le società proponenti. Siamo per questo convinti che la vera alternativa siano le comunità energetiche, realtà in molti comuni e per i quali la Regione Lazio ha stanziato ingenti finanziamenti sia per la realizzazione sia per i progetti di fattibilità. Come comitato abbiamo stampato un volantino distribuito da noi alla popolazione di Farnese con lo scopo di spiegare molte delle criticità di tale progetto. Oltre a non rispettare l’attuale legge che vieta l’installazione di pale eoliche a meno di sette chilometri da beni sotto tutela, tale progetto andrebbe a impattare con i molti beni culturali e paesaggistici contenuti nelle cosidette aree contermini. Ma non solo, comporterebbe, a causa degli impatti visivi e paesaggistici, ripercussioni negative sulle attività commerciali, artigianali, sulla produzione agricola e soprattutto sul turismo. Per non parlare dei danni subiti dai proprietari di alcune abitazioni che si troverebbero a circa quattrocento metri dagli aerogeneratori. Vorremmo anche rendere sensibili le persone rispetto allo spesso tendenzioso argomento delle compensazioni. Nel caso di Farnese, la stessa amministrazione, dopo avere preventivato circa 800mila euro, ha ridimensionato la cifra scendendo a circa 400 mila euro. Ricordiamo che Piansano, a parità di energia prodotta viaggia su compensazioni ben più basse, attorno ai 250mila–300mila euro annui. Per non parlare delle bollette che in molti pensano non verranno più pagate o pagate con tariffe ridotte. Non è così. Ricordiamo che la Provincia di Viterbo, secondo il Piano Nazionale Integrato Energia ha già contribuito per la sua quota alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
. Siamo già a quota 114 pale eoliche tra le esistenti e quelle previste tra Montefiascone, Cellere, Viterbo, Civita di Bagnoregio a cui vorrebbero aggiungere quelle sul mare tra Montalto e Tarquinia. In questo modo, come accaduto alla Regione Puglia, la Tuscia sta per diventare una foresta elettrica». Gli indirizzi cui rivolgersi per avere chiarimenti o informazioni inerenti il progetto “Vallerosa”, può consultare il sito della Regione Lazio – Area Via (https://regionelazio.app.box.com/v/VIA-054-2022); o la pagina Facebook “Comitato Ambiente e Salute Tuscia”.


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