CIVITAVECCHIA – Attività antidroga a pioggia in una città che conta poco più di 50mila abitanti. Dopo l’operazione Nerone, condotta da Polizia e Carabinieri e conclusa nei giorni scorsi, che ha portato all’arresto di sei persone e al deferimento a piede libero di altre quattro, nella giornata di ieri un altro colpo importante è stato messo a segno dagli agenti del commissariato. Due arresti e anche in questo caso un importante sequestro di armi. Ma quello che più fa paura è il quantitativo di droga recuperato dalle forze dell’ordine. Oltre ai due chili abbondanti di cocaina dell’operazione Nerone, in questo caso, durante il blitz a via Leopoli, la Polizia ha messo le mani su un chilo e mezzo di polvere bianca e un chilo di marijuana. Quasi cinque chili di droga in pochi giorni, destinati a un mercato fiorente, dove le richieste non mancano. Ma cosa sta accadendo a Civitavecchia negli ambienti dello spaccio? L’impressione è che siano saltati tutti gli schemi e che gruppi concorrenti che fino a ieri avevano convissuto pacificamente, oggi si stiano in qualche modo pestando i piedi. Si spiega così il secondo blitz antidroga nel giro di poche ore e non è escluso che nei prossimi giorni possano verificarsi altri episodi eclatanti. Due colpi importanti messi a segno dalle forze dell’ordine con un intervallo di tempo così ravvicinato, non possono assolutamente essere casuali. Potrebbero invece nascondere i classici colpi di coda, le reazioni spicciole che spesso accompagnano le operazioni di polizia di un certo rilievo. Di sicuro i due interventi, sommati all’individuazione da parte della Polizia Penitenziaria del fornitore di telefonini capace di entrare e uscire dal carcere senza dare nell’occhio, sono serviti a scoperchiare un vaso sotto il quale da tempo proliferava un traffico illecito di grande spessore. A quanto pare non ci sono più equilibri: il mercato della droga, che a Civitavecchia già appariva tutt’altro che monopolizzato, oggi è diventato una scacchiera sulla quale ogni mossa rischia di far precipitare la concorrenza. Diffidenza, sospetto, circospezione stanno caratterizzando gli ambienti dello spaccio e non mancano le scritte sui muri con messaggi neppure troppo enigmatici a testimoniare il clima pesante che da settimane si respira in città.