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ALLUMIERE - Imperdibile evento domenica ad Allumiere con protagonista la scrittrice Cristina Fidanza che presenterà il suo libro "Mi sono fatta menare". La "Casa delle Arti" darà vita a un incontro formativo di alto valore. L’evento si svolgerà con il patrocinio del Comune di Allumiere. Domenica 10 marzo ad Allumiere alle ore 17, presso la "Casa delle Arti" del Palazzo Camerale sarà presentato il libro: “Mi sono fatta menare” di Cristina Fidanza, edito da Emia Edizioni. Partorire sé stessa è stato il dolore più grande per l’autrice di questo libro. Difficile e lungo il travaglio per porre fine al suo rapporto di coppia malato, fatto solo di possesso e dipendenza.
Un cammino doloroso, durante il quale Cristina ha conosciuto e accettato i suoi limiti, le difficoltà, la scoperta di quanto siano mutevoli le emozioni, di quanto sia complessa l’esistenza umana e di come misteriosa sia la vita nella sua essenza più profonda. Lo.strugfenye libro della Fidanza è dedicato alle donne, soprattutto a quelle ancora "incatenate e con le chiavi del lucchetto tra le mani".


Gradito e consentito l'ingresso anche a tutti gli uomini che sanno mettersi in discussione e che coltivano la virtù del rispetto. L'ingresso è consentito, ma in punta di piedi, anche agli uomini disposti a crescere e a cambiare, agli "uomini duri, quelli che godono come muli", come cantava Mia Martini. Tra le pagine la frase che tocca il cuore come un pugno: "Arrivai al Pronto Soccorso del "mio" ospedale e Dio solo sa quanto mi vergognassi. Il dolore fisico per le botte era niente in confronto alla pena che avevo dentro per quanto avrei dovuto dichiarare. Ma il naso sanguinante e gonfio, i segni rossastri intorno al collo e i lividi non lasciavano dubbi". A ridosso della Giornata Internazionale della Donna questo libro è molto importante per "promuovere forte e chiaro il messaggio che per nessuna ragione sono ammesse, botte e percosse" e per dare coraggio a chi vive queste situazioni, affinché si liberi da questi rapporti malati e sappiano denunciare. A dialogare con l’autrice sarà il giornalista, scrittore ed editore Italo Arcuri. Porterà i saluti istituzionali il sindaco Luigi Landi. Durante l'incontro verranno letti da Alessia Brancaleoni (Delegata alle Pari Opportunità) e da Francesca Scarin (Delegata alla Cultura) alcune pagine tratte dal libro "Mi sono fatta menare".
A proposito di questo libro la giornalista Aurora Cecchini spiega: "Lo sappiamo che quell’uomo che amiamo è sbagliato per noi, anzi, è il peggiore per ognuna di noi. Allora, perché continuiamo a stargli vicino, ad assecondarlo e a prenderci cura di lui? Le risposte possono essere tante, ma nessuna è giusta, perché non ci sono motivazioni che giustificano i comportamenti violenti in nessuna relazione, men che meno, in una relazione affettiva. Cristina si chiede com’è nata la violenza con suo marito e perché è così difficile, per lei, allontanarsi da lui. Si accanisce, Cristina, affinché la sua casa sia il luogo dell’amore e del rispetto reciproco che meritano tutte le case dove crescono famiglie. Ma non c’è rimedio alla violenza dell’uomo con cui si è sposata. Lui non riconosce i successi di lei, la demoralizza, la svaluta, la sminuisce, la picchia. Tuttavia, non conosce la forza interiore di lei. Crede di piegarla e poi spezzarla, già si vede a gioire davanti alla sua incredulità, allo shock, alla paura, alla vergona, al senso di colpa e all’umiliazione. Le persone sadiche, cattive e violente fanno così. È sicuro di renderla schiava per sempre ma scopre, a sue spese, che lo schiavo è solo lui. E che, dalla sua prigione, non uscirà più. Un racconto crudo e diretto, quello di Cristina. Una storia femminile che trae forza da se stessa, come solo le donne sanno fare, per infonderla decuplicata, centuplicata, fuori di sé e vestire il coraggio come un abito da far indossare ad altre donne che, a loro volta, non riescono ancora a trovare lo stesso coraggio dentro di loro. Di Cristina sono sorella, madre, figlia e amica. In Cristina mi riconosco perché conosco i dolori di genere. Non bisogna aver per forza subito la stessa sorte per sentirsi sorella di dolore. Di Cristina siamo tutte orgogliose perché ogni giorno della nostra vita ci battiamo per le sue stesse ragioni. Ci battiamo per vivere e amare, consapevolmente e rispettosamente".
Rom. Mos.