CIVITAVECCHIA – La delibera relativa al project financing per la realizzazione di tremila loculi nel nuovo cimitero di via Braccianese Claudia è sempre più sotto la lente di ingrandimento della Procura della Repubblica.

Dopo che nei giorni scorsi una squadra della polizia giudiziaria si è recata in Comune per acquisire tutti i documenti relativi alla nomina a dirigente dell’Urbanistica dell’architetto Pietro Angelo Collia, l’attenzione si sarebbe focalizzata sui numerosi procedimenti in cui lo stesso Collia, che poi si è dimesso dall’incarico dirigenziale, rimanendo comunque un funzionario dipendente del Comune di Civitavecchia, risulta essere il responsabile unico del procedimento. Una funzione, questa di Rup, che non potrebbe svolgere - avendo riportato una condanna per peculato - come chiaramente affermato anche dalle linee guida dell’Anac, l’Autorità Nazionale Anti Corruzione.

In particolare, come si diceva ad essere ora nell’occhio del ciclone è la delibera approvata in consiglio comunale per il project financing sui loculi. Innanzitutto, non è chiaro perché il sindaco Tedesco abbia deciso di non ritirare l’atto, così come fatto nella stessa seduta con altre due delibere a firma dello stesso Collia.

Ma soprattutto sono altre le particolarità che emergono e che sarebbero già state segnalate a chi di dovere.

Infatti, la vicenda del project dei loculi presenterebbe diverse analogie con quella - sempre in ambito cimiteriale - consumatasi qualche anno a fa a proposito del forno crematorio.

Oggi come allora ci sono delle imprese che lamentano un presunto “plagio” del progetto, fino ad arrivare a sostenere che sarebbe stato in parte copiato e presentato successivamente in concorrenza, trovando una sorta di “corsia preferenziale” negli uffici comunali, peraltro in coincidenza del cambio del rup.

All’inizio, infatti, il responsabile del procedimento non era Collia, che subentrò soltanto in un secondo momento, senza neppure una adeguata motivazione, nonostante il cambio in corsa di un rup non possa essere fatto regolarmente, se non in presenza di determinate condizioni, che non parrebbero essersi registrate in questa circostanza.

E proprio l’esistenza originaria di un rup diverso da Collia sarebbe all’origine del parere sulla base del quale il Sindaco non avrebbe ritirato la delibera dei loculi, ritenendo - forse “arditamente” - che non sarebbe stata inficiata dalla presenza dello stesso Collia come responsabile del procedimento.

Ma l’aspetto più curioso, e per certi versi più “inquietante” è che a ben vedere gli atti relativi al project presenterebbero degli errori sostanziali nella parte concernente le garanzie rilasciate dal proponente e soprattutto l’asseverazione del piano economico finanziario, elemento fondamentale per la validità di un project. Secondo quanto risulterebbe agli atti, infatti, gli uffici comunali si erano accorti già nel 2021 del curioso errore, per cui l’asseverazione del Pef non era stata fatta a favore della società proponente il poject dei loculi, ma stranamente a favore di un’altra società, che era stata a suo tempo pronente e realizzatrice di un altro project financing, quello come detto del forno crematorio, che destò a sua volta tantissime polemiche.

Un “copia e incolla” fatto troppo in fretta? Può darsi. Del resto, i nomi locali dei proponenti e dei soci delle ditte coinvolte sarebbero sempre gli stessi.

Al di là della “stranezza”, resta il fatto che il Comune, non essendo mai stata corretta questa incongruenza, avrebbe dovuto procedere con il rigetto della domanda, anziché accogliere la proposta a scapito dei proponenti originari, che poi hanno proposto ricorso in sede amministrativa, perdendo al Tar ma ora avendo parecchi motivi aggiunti per il Consiglio di Stato.

Mentre ormai la vicenda ha assunto contorni che l’hanno già portata all’attenzione della giustizia penale, oltre che di quella amministrativa.

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