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CIVITA CASTELLANA - «L’eco di quella deflagrazione ha squarciato tempo e spazio e attraversato due decenni.
Sono passati esattamente 20 anni dall’attentato terroristico più grave mai subito dai nostri contingenti militari impiegati nelle missioni di pace nelle aree di crisi del pianeta. Eppure nulla attenua ancora oggi il dolore per la strage di Nassiriya, nella quale il 12 novembre 2003, esattamente vent’anni fa, morirono 28 persone di cui 19 italiani, 17 militari e due civili. Molti altri restarono feriti». Il sindaco Luca Giampieri, sabato mattina, ha ricordato le vittime di Nassiriya durante una cerimonia cui ha preso parte anche l’onorevole Mauro Rotelli.
«Un camion carico di esplosivo aveva l’obiettivo di schiantarsi sulla base italiana in quella zona dell’Iraq - ricorda Giampieri - . Solo il coraggio dell’appuntato dei carabinieri Andrea Filippa, di guardia all’ingresso della base principale, riuscì a sventare una strage ancora peggiore: il militare, che non sopravvisse, riuscì, infatti, a uccidere i due attentatori alla guida del camion, che esplose sul cancello e non all’interno della caserma. Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi, Alfonso Trincone, Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro, Pietro Petrucci, Marco Beci e Stefano Rolla. Questi i nomi delle vittime italiane della follia terrorista, questi i nomi di uomini coraggiosi che nonostante il pericolo tangibile col loro sacrificio sono stati la più alta espressione del valore delle nostre forze armate impegnate a garantire la pace e i diritti umani». «La nostra città - prosegue il sindaco - ha onorato quegli eroi intitolando una piazza proprio ai caduti di Nassiriya. Spiace invece leggere che proprio nella Tuscia, non lontano da qui, un consiglio comunale abbia bocciato la proposta dell’opposizione di dedicare un parco a coloro che vent’anni fa persero la vita in Iraq. Una scelta incomprensibile e ideologica, che rinnova il dolore. Dopo vent’anni, inoltre, credo sia ora che lo stato italiano riconosca ai caduti nella strage di Nassiryia la Medaglia d’Oro al valore miliare, onorificenza fino ad ora sempre negata. Perché i 17 militari, per lo più appartenenti all’arma, caduti nella strage insieme a due civili anche loro italiani, erano consapevoli dei rischi a cui erano esposti in quanto partecipanti alla missione “Antica Babilonia”, eppure hanno onorato la loro divisa, la loro patria e la loro missione al servizio di un popolo oppresso che cercava solo pace, democrazia e libertà.
Dobbiamo essere riconoscenti, dobbiamo onorare la loro memoria perché il sacrificio dei morti di Nassiriya fu un sacrificio compiuto per la pace, la democrazia e la libertà. In rappresentanza di Civita Castellana non posso che dire grazie ai caduti di Nassirya, alle loro vite spezzate da un attentato vile è codardo che non ha fermato, e non fermerà, l’impegno di pace dei nostri militari. Onore ai caduti di Nassiriya», conclude Giampieri.
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