CERVETERI - «La chiusura del centro antiviolenza femminile è una notizia priva di fondamento: nessuno ha mai pensato di poter arretrare nella lotta e nel contrasto alla violenza di genere e sulle donne». Rassicurano i comuni di Cerveteri e Ladispoli dopo la voce circolata in queste ore della disattivazione di un servizio fondamentale da anni. In particolare i rispettivi delegati alle Politiche sociali, Francesca Badini e Fiovo Bitti, sono usciti allo scoperto dopo le polemiche del gruppo Nilde Iotti Cerveteri-Ladispoli che ha anche snocciolato dei numeri legati a quante donne si siano rivolte allo sportello, 64. «La volontà delle due amministrazioni – aggiungono - è sempre stata quella di potenziare i servizi a disposizione della cittadinanza. Nel caso specifico dello sportello antiviolenza, l'idea sulla quale si è ragionato con i sindaci Alessandro Grando e Elena Gubetti in questi mesi, in vista della nuova programmazione del Piano sociale di zona, è di rafforzare la parte relativa alla sensibilizzazione delle categorie più esposte». Dunque le donne vittime di violenza da parte dei mariti o degli ex potranno continuare a rivolgersi al poliambulatorio della via Aurelia. Anzi, Badini e Bitti e rilanciano parlando di «una attività quotidiana da svolgere fra le persone, nelle scuole, nei punti di aggregazione, con iniziative di comunicazione diretta, anche con il coinvolgimento delle forze di polizia». L’obiettivo dei comuni nel 2024 è quello di potenziare il servizio e darlo poi in affidamento «ad un soggetto avente tutte le caratteristiche richieste, seguendo le regole di massima trasparenza e correttezza che disciplinano le attività della pubblica amministrazione, con un bando pubblico». Infine la frecciatina dei delegati comunali a chi ha diffuso notizie errate. «Ribadiamo che nessuno ha intenzione di chiudere lo sportello e nei mesi scorsi avevamo condiviso la proposta di dare un taglio diverso allo sportello antiviolenza più centrato sulla sensibilizzazione, proposta che era stata appoggiata pienamente in un tavolo operativo promosso dalla Asl, dove era presente l'associazione Unione Donne, nella persona di Mara Caporale».

Per il gruppo Nilde Iotti comunque continua ad essere necessario un confronto. «Il Distretto Sociale – è l’accusa - continua a prendere decisioni importanti senza alcun confronto con le istanze del territorio, senza costruire quel costante e non saltuario “Welfare partecipativo” che solo può garantire una crescita della comunità, indispensabile per rispondere ai bisogni sempre più complessi delle persone. Chiediamo con urgenza l’apertura di un incontro per un nuovo progetto e un Osservatorio permanente sulla violenza di genere».

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