L’esplosione si poteva evitare. È la conclusione a cui è giunto l’ingegnere Rodolfo Fugger incaricato dalla procura di fare luce sulla deflagrazione che il 10 novembre 2023 devastò il centro di accoglienza di San Lorenzo Nuovo.
“È evidente –scrive nella relazione Fugger – che lo scoppio si è verificato a causa di una fuga di gpl, che è iniziata nella giornata stessa, fino a che, verso 23,15, ha raggiunto la soglia di deflagrazione, e a fronte della creazione di una scintilla elettrica, si è verificata l’esplosione della miscela aria-gpl”. Il consulente aggiunge che: “dalle dichiarazioni raccolte dai carabinieri risulta che certamente alle ore 20 del 10 novembre 2023 si avvertiva forte odore di gas anche all’esterno della palazzina”. Fugger sottolinea che alcuni ospiti della struttura avrebbero avvertito odore di gas già dal mattino. L’esplosione è avvenuta in uno dei due locali del pianoterra, adibiti a locale comune e stanza per rifugiati occupata da una famiglia ucraina.
“È evidente - scrive ancora - che, se a fronte delle segnalazioni intercorse dalle ore 20 in poi, si fosse provveduto ad un riscontro dello stato dei luoghi attraverso l’apertura di tutte le finestre e porte verso l’esterno, l’esplosione sarebbe stata evitata”.
L’esplosione, per la quale la pm Paola Conti ha aperto un’indagine per omicidio colposo, ha portato al ferimento di 31 feriti di cui alcuni gravissimi. Per il consulente la fuga di gas è stata originata da uno dei due termoconvettori a accensione programmata presenti all’interno del pianoterra.