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LADISPOLI – Il pugno duro del sindaco Alessandro Grando, che ha annunciato senza mezzi termini di voler presentare una denuncia per procurato allarme, è solo il prologo delle indagini che in realtà sono già partite per l’ormai celebre caso del caimano giocattolo nel fiume Sanguinara. Una storia da leggere sotto l’ombrellone e che ha scatenato sin da subito anche l’ironia sui social. Ma evidentemente le forze dell’ordine che hanno avviato le ricerche sul serio nel fosso vogliono vederci chiaro e capire se dietro ci sia una sorta di regia. È difficile pensare a dei bambini che possano aver lanciato un animale di gomma e che sia poi finito in quella posizione. Anche perché sarebbe stato tolto e rimesso più di una volta per essere visto dai passanti. Altro aspetto non secondario. Il muro che sovrasta gli argini del Sanguinara, proprio in quel punto, è alto parecchi metri e solo con una scala si può accedere giù. I militari della Forestale, ad esempio, martedì sono stati costretti ad utilizzarla per risalire. Perciò, se c’è una macchinazione, è opera di adulti. Le attività investigative le stanno portando avanti gli agenti della Polizia locale guidati dal comandante, Danilo Virgili, ma al caso stanno lavorando pure la Polizia di Stato e l’Arma dei carabinieri. Si risalirà a ritroso – è quanto sta emergendo in queste ore – alle prime persone che hanno segnalato la presenza del piccolo alligatore magari per capire se si siano accorti di altre persone nell’area. Anche la donna che ha testimoniato e che ha raccontato a giornali e tv che si trattava di un gommone di plastica dovrà presentarsi in caserma per ufficializzare la sua versione. In via Palo Laziale sono posizionate le telecamere pubbliche e quindi si visioneranno anche i filmati per comprendere movimenti sospetti a ridosso del torrente.
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