MONTALTO DI CASTRO - L’avvocato del 57enne che investì (lo scorso 22 gennaio 2023) e uccise il pedone 44enne Ioan Puscasu sull’Aurelia, a Montalto di Castro, spiega quanto accaduto nel corso dell’udienza tenutasi lo scorso 28 novembre 2023 dinnanzi al giudice per l’udienza preliminare di Civitavecchia.

Il 57enne è accusato dalla Procura di Civitavecchia di omicidio stradale con l’aggravante della fuga. La difesa in quella sede ha avanzato richiesta di rito abbreviato condizionato all’ascolto del consulente tecnico di parte. «Le reali motivazioni per le quali tale richiesta è stata rigettata dal giudice - spiega il legale Roberto Fiore - è che il giudice ha rigettato la richiesta di audizione ritenendo chiare ed esaustive le conclusioni contenute nella relazione tecnica dello stesso consulente della difesa dell’imputato di cui si chiedeva l’ascolto, relazione depositata ed acquisita agli atti, così che, ad avviso del giudicante, assumerne le dichiarazioni orali non sarebbe stato utile rispetto alle esigenze di economia processuale sottese alla celebrazione del rito abbreviato».

Il legale ricorda, inoltre, «una parte rilevante del capo di imputazione contenuto nella richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero: dopo l’espressione “investiva il pedone Ioan Puscasu” - sottolinea l’avvocato - è riportato anche un ulteriore passo, riguardante la condotta del pedone “che, in maniera imprudente (art. 190 c. 5 CDS) attraversava la carreggiata partendo dal margine destro”. «Il signor Puscasu - spiega l’avvocato Fiore - si trovava a piedi, all’altezza della via Aurelia al Km 113,300, in orario notturno e stava attraversando la strada Aurelia in maniera improvvida partendo dal margine destro della carreggiata in violazione del codice della strada». «Una circostanza - sottolinea il legale del 57enne - che è evidentemente essenziale per la corretta ricostruzione fattuale e giuridica dell’accaduto, con tutto quello che ne consegue nella considerazione dell’immagine e della reputazione del conducente dell’autovettura».

L’avvocato Fiore richiama inoltre alcuni dati ritenuti estremamente rilevanti, contenuti negli atti del processo. «Dall’esame del verbale di interrogatorio dell’indagato (unico atto processuale dal quale, ad oggi, è possibile ricavare il contenuto della tesi difensiva, che avrà modo di essere compiutamente esposta nella competente sede giudiziaria), emerge - conclude il legale - che il conducente si è immediatamente attivato con più chiamate alle forze dell’ordine nella ferma convinzione di non aver colpito un pedone e di non aver potuto arrestare l’autovettura subito dopo l’impatto, in quel particolare tratto di strada e in quelle condizioni di tempo. Nessuna ammissione di responsabilità da parte dell’indagato, dunque».

©RIPRODUZIONE RISERVATA