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SANTA MARINELLA – Ancora strascichi sulla vicenda degli scandali delle intercettazioni che hanno visto protagonisti il Sindaco Pietro Tidei, esponenti della maggioranza e funzionari del Comune. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Civitavecchia, Giuseppe Coniglio, ha disposto la distruzione di tutti quegli stralci di intercettazioni ambientali , registrate all’interno della sede comunale di Santa Marinella, che avevano ripreso il primo cittadino intrattenersi intimamente con una signora, perché non hanno attinenza con le indagini in corso.
“Il Paese che Vorrei” non dimentica «l’indignazione dei tanti cittadini per la violazione della casa Comune», ma vuole ribadire «quanto sia più importante l’indignazione per tutti gli altri scandali di carattere amministrativo». «In reazione a quanto accaduto, è partita nel gennaio scorso la campagna di raccolta firme avviata dall’associazione “Cittadini contro le Mafie” e la corruzione, e dal Comitato Cittadini per la Verità - spiegano da Pcv - Sono molte centinaia le persone che hanno sottoscritto l’appello, indirizzato ai Ministri della Giustizia e degli Interni nonché al presidente della Regione, alla Città Metropolitana e al prefetto. Si chiede di vigilare con maggiore attenzione la gestione del Comune di Santa Marinella allo scopo di garantirne la pubblica trasparenza nell’interesse della comunità e renderla impermeabile alla corruzione, in controtendenza rispetto all’uso spregiudicato del potere che sembra essere emerso dai fatti raccontati dalla stampa locale e nazionale». Il Paese che Vorrei, che ha contribuito fattivamente alla raccolta delle firme, esprime «un vivo ringraziamento nei confronti delle associazioni e dei cittadini che non hanno voluto tacere, anzi hanno dichiarato con forza la loro netta contrarietà a quanto accaduto». «Ci rivolgiamo allo Stato perché intervenga tempestivamente per assicurare che, nonostante la raffica di notizie che ci colpisce con violenza, la vigilanza e la tutela dell’interesse pubblico non siano venute meno - è riportato nell’appello -Ci rivolgiamo allo Stato perché faccia quanto in suo potere per difendere tutti i cittadini che conducono la propria vita e il proprio lavoro con onestà e correttezza, da ciò che appare come un sistema radicato e perverso di mala gestione amministrativa. Ci rivolgiamo allo Stato per chiedere una risposta chiara e definitiva, al di là delle interpretazioni di parte. ..Ci appelliamo a Voi nella speranza che sia ancora possibile intervenire per garantire una gestione pubblica sana, nell’interesse della comunità, improntata alla trasparenza, alla giustizia sociale e impermeabile alla corruzione».
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