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CERVETERI – Pochi vigili, anzi una miseria in confronto alla popolazione residente. C’è un “casco bianco” ogni 2mila persone. E la situazione attuale non aiuta perché la Polizia locale da oltre una settimana ha proclamato lo stato di agitazione anche e soprattutto per le condizioni attuali della caserma di via Friuli, una sede non idonea per le attività della Municipale guidata dal comandante, Cinzia Luchetti. L’organico dispone di 21 unità: per l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) dovrebbero essere almeno il doppio e ben 90 per le normative regionali in base al confronto con la popolazione residente. E non sono nemmeno entrati gli stagionali che dovevano dar manforte dai primi di luglio di quest’anno. «Su 21 operatori, ci sono 7 over 60 di cui 2 prossimi alla pensione – puntualizza Stefano Lucarini, ispettore della Municipale e dirigente del sindacato Csa Ral - divisi su due turni, con 5 uffici da gestire, aperti 365 giorni e un territorio di 134 chilometri quadrati. Dalla classe politica di Cerveteri si attendono risposte concrete: è sempre più necessario l’incremento del personale, specie quello operativo, e degli spazi idonei sia per i lavoratori che per gli utenti». Tante promesse ma nessuno sostanziale miglioramento. Nel 2010 l’organico era rappresentato da 17 unità, ne sono solamente 4 in più dopo 14 anni. I compiti e le funzioni si sono moltiplicate nel corso degli anni. «La Polizia Locale del comune di Cerveteri già da diversi anni lamenta situazioni di cui le varie amministrazioni comunali ne sono a conoscenza – prosegue Lucarini -, difatti nel 2010 ci fu il primo stato di agitazione, che naufragò nel nulla. Ciò nonostante le varie e molteplici attività sono state portate avanti con un organico sottodimensionato e insufficiente. I locali ospitanti il comando sono rimasti gli stessi e con le stesse carenze di allora. Erano e sono esigui sia per i requisiti degli spogliatoi che per le quadrature per le attività di ufficio, nonché l’assenza di spazi per il recupero psicofisico che l’inadeguatezza dei servizi igienici che dovrebbero essere separati anche per l’utenza». Non meno importante l’abbattimento delle barriere architettoniche dato che i disabili non possono accedere al comando perché situato in una palazzina senza ascensore. Il trasloco in un nuovo edificio è saltato perché non è stato raggiunto l’accordo tra l’amministrazione comunale e i privati.
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