BOLSENA - I docenti del Dafne fuori dal Biodistretto Lago di Bolsena. Una decisione assunta in seguito al manifestarsi di perplessità circa il reale ruolo del Comitato scientifico, di cui facevano parte i professori Balestra, Cortignani, Senni, Mancinelli e Muleo del dipartimento di Scienze agrarie e Forestali dell’Università della Tuscia. Sono proprio loro ad aver rinunciato all’incarico, a causa della mancanza di incontri, confronti ed eventuali valutazioni relativi alle decisioni ed iniziative da intraprendere.

La presenza dei docenti del Dafne tra i componenti del Comitato scientifico, ha fatto seguito alla presenza, nell’allora comitato promotore del costituendo Biodistretto del lago di Bolsena, del dipartimento Dafne, che diede il patrocinio e il sostegno allo stesso comitato promotore.

La presenza dei docenti tra i componenti del Comitato Scientifico, aveva fatto seguito alla presenza nell’allora Comitato promotore del costituendo Bdlb del Dipartimento Dafne dell’Università della Tuscia, che sostenne l’iniziativa dando il patrocinio e il sostegno.

Il Biodistretto avrebbe dovuto rappresentare un elemento qualificante dell’area e operare nell’ottica di uno sviluppo sostenibile dei sistemi produttivi del bacino lacuale. I docenti dell'Unitus in questi anni hanno fornito propri contributi di riflessione e idee, tuttavia il Comitato scientifico non è mai stato né riunito per esaminare proposte, o idee progettuali, né i docenti sono stati coinvolti in iniziative divulgative e formative. Il nome dell'Unitus, al contrario, sarebbe stato speso in queste iniziative, dichiarando il supporto dell’Università della Tuscia in maniera generica e ambigua. Un modus operandi che ai docenti del Dafne non piace affatto e per i quali lo stesso Comitato non ha senso di esistere.

Stando a quanto si apprende, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il totale disaccordo rispetto al progetto del Biodistretto d’intesa con l’amministrazione di Montefiascone, avviato recentemente lungo le rive del lago di Bolsena.

I docenti Dafne sostengono infatti che il piano, denominato “Nuovi modelli di gestione della vegetazione ripariale del lago di Bolsena”, abbia portato alla distruzione di un’ampia area incontaminata, ricca di biodiversità e protetta, contravvenendo alle vigenti direttive europee in materia per cui si sono già attivate ufficialmente la Lipu nazionale, Ulab e altre organizzazioni.

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