PHOTO
Confagricoltura Viterbo-Rieti, svolta lunedì assemblea dei soci e approvato il bilancio aspettando il nuovo presidente che, con il direttivo, verrà eletto intorno alla metà di luglio. Al centro culturale Valle Faul di Fondazione Carivit il presidente Remo Parenti ha relazionato, alla fine del suo mandato, di fronte ai soci e a tante autorità. In videocall ha portato il suo saluto anche il presidente nazionale Massimiliano Giansanti. In sala erano presenti la vicepresidente del parlamento europeo Antonella Sberna, i consiglieri regionali Giulio Zelli ed Enrico Panunzi (con Daniele Sabatini in collegamento telefonico), l’assessore comunale di Viterbo Patrizia Notaristefano, il presidente della Provincia Alessandro Romoli, il sindaco di Civita Castellana Luca Giampieri, l’ex sindaco di Grotte di Castro e imprenditore agricolo Piero Camilli e le rappresentanze di altre sigle sindacali e associative.
«Appena arrivato – ha detto Parenti – ho cercato di ridare a Confagricoltura Viterbo-Rietiil ruolo per cui era stata creata: difendere gli agricoltori. Abbiamo implementato la comunicazione e affrontato sfide come quella contro il Deposito di scorie nucleari, il disagio delle aziende zootecniche strozzate da prezzi di vendita bassi e costi alle stelle, i patogeni in agricoltura e tanto altro. Ora siamo pronti alla mobilitazione contro il taglio dei fondi europei per l’agricoltura: attendiamo il 16 luglio per fare un eventuale fronte comune con le altre associazioni».
Nel corso dell’incontro è stato letto anche un messaggio di saluto del vescovo di Viterbo, Orazio Francesco Piazza. «Attendiamo il piano pluriennale della Commissione del 16 luglio – ha detto il presidente nazionale Giansanti – perché si parla di forti tagli. Stiamo vivendo una fase difficile e programmare oggi ciò che avverrà fino al 2032 è un grande errore. Su questo dobbiamo essere molto chiari e netti, noi scendiamo in piazza per proteggere il diritto di essere competitivi sul mercato globale, la Pac serve per questo. È l’agricoltura che oggi riesce a costruire reti economiche nel Paese, deve essere rafforzata la capacità di trattenere forza-lavoro. Viterbo è un modello in uno scenario sempre più difficile».
«Ho avuto uno scambio importante con le donne di Confagricoltura a Bruxelles – ha detto Antonella Sberna -. Attendiamo tutti il 16 luglio per portare il punto di vista dell’associazione. Il Parlamento europeo non ha iniziativa legislativa ma può condizionare i provvedimenti votati dalla Commissione. Sono stati presentati emendamenti Omnibus 3 perché le cose buone per gli agricoltori non hanno bandiera politica. L’errore che non bisogna fare è una programmazione stringente per i prossimi 6 anni, serve più ampia flessibilità, non creare un fondo unico. Molti che hanno scritto le norme non vivono nelle realtà imprenditoriali agricole, il Parlamento sta cercando di correggere il tiro».
«In Europa contano i numeri – ha detto Enrico Panunzi – e nella Tuscia si producono il 25% delle nocciole italiane. L’Europa è il centro delle decisioni e anche la Regione dipende da essa: serve fare fronte comune».
«Sono convinto che la strada sarà difficile ma sono fiducioso – ha replicato Zelli - che insieme possiamo e ce la dobbiamo fare. Il fondo unico è una iattura che tutti insieme dobbiamo cercare di scongiurare: per la ripartizione delle risorse servirebbe solo per le necessità del momento».