Veronica Olivi

Disagio giovanile e dipendenze patologiche, a che punto siamo? Se ne è parlato venerdì pomeriggio presso l’auditorium della Fondazione Carivit di Valle Faul, in un convengo organizzato dal Ceis “San Crispino”” nell’ambito delle iniziative per i 40 anni di attività di centro. Don Alberto Canuzzi, presidente del Ceis, ha fornito gli straordinari numeri raggiunti dalla nascita dell’organizzazione. «In 40 anni sono state 2.700 le persone inserite nel programma terapeutico; 6.000 quelle contattate e che si sono affacciate a chiedere aiuto, con più di 12.000 famiglie seguite con colloqui individuali o in gruppi di aiuto. Ogni anno teniamo interventi nelle scuole, presso le famiglie e le parrocchie, con più 40.000 persone che hanno ascoltato le problematiche dei giovani. Abbiamo accolto persone dal Lazio, Nord e Sud Italia, ma anche Svizzera, Germania, Canada, Grecia e alcune provenienti dalle carceri: siamo quella che si dice una ‘famiglia variegata’».

Presenti in sala anche i rappresentanti delle istituzioni locali, il vescovo Lino Fumagalli e Luigi Pagliaro, della Camera di commercio Viterbo e Rieti, che ha moderato l’incontro con gli esperti in tema di disagio giovanile, una questione che troppo spesso passa inosservata ma che può dare origine a comportamenti pericolosi ed autodistruttivi.Lo psichiatra viterbese Vittorio Digiacomoantonio ha parlato di un «aumento imbarazzante di giovani affetti da patologie psichiatriche negli ultimi anni. La cosa più preoccupante è che i genitori che mi contattano descrivono episodi di autolesionismo nei figli, uso di sostanze e, nella maggior parte dei casi, tentato suicidio».

Secondo i dati forniti dal Bambin Gesù, dal 2011 al 2021 gli ingressi nella struttura per ideazione suicidaria o tentato suicidio sono saliti del 75%, passando dai 369 casi del biennio 2018/2019 ai 649 di quello 2020/2021, con un dato raddoppiato in soli due anni, mentre le consulenze psichiatriche sono passate dalle 155 del 2011 alle 1824 del 2021. L’età media del tentato suicidio è di 15 anni, il più giovane soltanto 9. Accanto a ciò, si è assistito ad una crescita parallela dei disturbi dell’umore, con i casi di depressione e disturbi d’ansia che risultano raddoppiati.

«Abbiamo una grande responsabilità verso i giovani – ha aggiunto Digiacomoantonio – per cui dobbiamo coltivare il benessere e la prevenzione primaria per contrastare questi fenomeni preoccupanti».

Maurizio Fiasco, sociologo ed esperto dipendenza da gioco d’azzardo, ha sottolineato l’importanza di far riscoprire ai giovani «il gioco, la gratuità, perché è vero: noi siamo tutti quei giochi che abbiamo giocato da piccoli. E se ciò viene negato alle nuove generazioni diventa pericoloso».«Il mondo giovanile oggi vive due paradossi creati dagli adulti. – ha spiegato Luciano Squillaci, presidente della federazione nazionale comunità terapeutiche – Il primo è quello della ‘solitudine affollata’, essere isole di un mare che non ti porta mai ad incontrarti fino in fondo. Il secondo è ‘nessun limite’ da un lato e ‘pessimismo cosmico’ dall'altro. Come disse Dolci, ‘ciascuno cresce solo se sognato’: serve educare i ragazzi alla speranza, al desiderio, ad emozionarsi».

Ulisse Mariani, psicologo e psicoterapeuta, dirigente del settore dipendenze alla Asl di Viterbo ed esperto di educazione emotiva, ha parlato della «connessione tra esseri umani» e di quanto sia fondamentale educare i bambini alle emozioni e all’empatia, «che non è innata, ma va costruita attraverso azioni di rispecchiamento». Un obiettivo per cui esiste già una legge che istituisce l’ora di educazione emotiva nelle scuole a partire da settembre 2022 e su cui Mariani intende continuare a lavorare anche tramite il progetto di un polo nazionale di riferimento, grazie al supporto di esperti e dell’amministrazione comunale, che si è detta pronta ad accogliere la sfida.