LADISPOLI - Un'altra stagione estiva è ormai al giro di boa ma dell'avvio dei cantieri per proteggere la costa dall'erosione, ancora nulla di fatto. Il progetto «è stato approvato già diverso tempo fa» chiarisce il sindaco Alessandro Grando che però punta i riflettori sui tempi della burocrazia che «spesso in Italia», «blocca progetti e buone intenzioni». Si attende, insomma, il via libera da parte della Regione Lazio. «Il progetto - ha spiegato il primo cittadino durante la presentazione della spiaggia inclusiva a Marina di Palo - deve essere accompagnato dalla valutazione di impatto ambientale. Finché non ci saranno rilasciati i pareri necessari non possiamo andare avanti con la gara, l'affidamento dei lavori e la posa del primo scoglio». Insomma: tutti gli ingredienti ci sono: fondi e progetto. A mancare è il completamento delle "scartoffie". Intanto, però, il mare, soprattutto durante il periodo invernale - e quest'anno purtroppo anche a inizio stagione balneare - continua ad avanzare. Il mese di luglio non è iniziato sotto i migliori auspici per i gestori degli stabilimenti, in particolar modo quelli del lungomare Regina Elena e della zona nord (andando verso Torre Flavia). In tanti lungo quel tratto hanno dovuto rinunciare a file di ombrelloni con perdite di incassi per la nuova stagione già sottotono come certificato da diversi gestori che quest'anno hanno riscontrato un calo di presenze sul territorio dovuto probabilmente all'aumento del costo della vita e dei prezzi (per una casa in affitto, per un mese, a Ladispoli, una famiglia può spendere fino a 2500 euro).

SOS IN PALUDE

Il problema dell'erosione non è solo degli stabilimenti balneari ma anche delle spiagge libere. Tra queste anche la Palude di Torre Flavia. Si temono nuove invasioni dell’acqua marina nello stagno della palude di Torre Flavia, sarebbe un danno incalcolabile per la flora e l’avifauna migratoria con diverse specie di uccelli protetti che rischierebbero di emigrare o sparire. «Si era parlato solo virtualmente di fondi qui all’oasi - aveva spiegato Corrado Battisti, gestore della riserva naturale – ma non ci sono atti ufficiali o documenti che attestino l’impegno di spesa per salvare questa zona incantevole e sempre più importante».

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