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Carlotta Celleno, la 19 enne deceduta sabato scorso a Roma dopo essere precipitata dal settimo piano dell’ex molino Agostinelli, era la nipote di Romano Petretti, storico e visionario imprenditore di Bagnaia, tra i grandi nomi dei mobilifici del Lazio negli anni ’80.
Il padre, Carlo, aveva gestito una tabaccheria in Corso Italia nel centro di Viterbo prima di trasferirsi a Roma con la moglie Maria Clara e ai figli Carlotta e il fratello poco più piccolo. Nella frazione di Viterbo la famiglia tornata di tanto in tanto. La notizia della morte della giovane ha lasciato nello sconforto quanti qui l’hanno conosciuta. Sul suo decesso la procura di Roma indaga per omicidio colposo contro ignoti. Secondo una prima ricostruzione, la giovane insieme a tre amiche si è avventurata all’interno dell’edificio abbandonato dal 2005, avrebbe appoggiato un piede male su una fessura che si è aperto sotto e ha fatto un volo di diversi metri nel vuoto. Le amiche hanno dato subito l’allarme ma per lei non c’è stato nulla da fare, è morta sul colpo.
Nelle prossime ore saranno analizzati i cellulari della vittima e delle amiche sequestrati dagli investigatori con l’obiettivo di verificare se il gruppetto, al momento della tragedia, stesse filmando la loro “gita” in quell’immobile. Per il padre di Carlotta Celleno, amante dell’urbex, ossia dell’esplorazione dei luoghi abbandonati si è trattato di una tragica fatalità. Intanto martedì all’istituto cinematografico Rossellini, frequentato dalla ragazza, gli studenti e i professori hanno ricordato Carlotta. Nel cortile dell’istituto si sono ritrovati insieme alla preside Maria Teresa Marano, al padre Carlo che ha ringraziato gli amici e la scuola.