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Resta in carcere Dumitriel Daniel Ene, il 31enne accusato dell’omicidio del cognato, Valentin Ionut Crisan, operaio 47enne, morto in seguito a un litigio violento, in cui sono volati calci e pugni.
Il gip, Fiorella Scarpato, ha respinto la richiesta degli arresti domiciliari avanzata dal suo legale, l’avvocato Marco Borrani, ma ha riformulato l’accusa da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale.
Secondo il giudice, davanti al quale Ene è comparso martedì per l’udienza di convalida dell’arresto, la morte del cognato sarebbe stata causata da percosse o lesioni, ma Ene non avrebbe avuto l’intenzione di uccidere.
Secondo i primi accertamenti del medico legale, sarebbe stata un’emorragia interna a uccidere Crisan, anche se bisognerà aspettare il deposito della relazione della dottoressa Benedetta Baldari che martedì ha eseguito l’autopsia.
L’esame dovrà chiarire se c’è un nesso causale tra le botte ricevute e la morte. Anche Ene, che ha sostenuto di aver partecipato al litigio con il cognato in cui i due si sarebbero presi a botte, è stato sottoposto ad accertamenti medici chiesti dalla pm Paola Conti che coordina le indagini, eseguiti dalla stessa dottoressa Baldari. Il medico legale dovrà stabilire se le ferite riportate nella colluttazione da Ene siano state provocate da azioni di offesa o di difesa.
Secondo quanto raccontato dalla madre e dalla sorella della vittima, assistite dall’avvocato Walter Pelle, Crisan sarebbe stato preso a calci, pugni e bottigliate da Ene nel tentativo di difendere proprio la sorella dall’uomo ubriaco.
Stando al loro racconto, Crisan non avrebbe reagito alle botte.
L’avvocato di Ene potrebbe ricorrere al tribunale del riesame dopo il no del gip agli arresti domiciliari.
Intanto ieri si sono tenuti i funerali di Crisan. Tanta gente ha partecipato alla cerimonia che si è tenuta nel Duomo di Fabrica di Roma dove l’operaio viveva da anni, era ben inserito e benvoluto.
«Ci troviamo qui oggi con il cuore spezzato per la perdita del nostro caro Valentin - ha detto padre Stefano che ha officiato il rito - La sua giovane vita ci è stata strappata via troppo presto, lasciando un vuoto incolmabile nei nostri cuori. Il dolore è profondo, un dolore che ci affligge e ci fa interrogare sul senso di questa tragedia».