Sessanta giorni di tempo per presentare le osservazioni all’ennesimo progetto che rischia di gettare nel baratro il territorio della provincia di Viterbo. Sindaci, politici e ambientalisti sono già al lavoro per studiare le carte di un progetto che vorrebbe nella Tuscia il Deposito nazionale di scorie radioattive. Oggi, su impulso del sindaco facente funzioni di Montalto di Castro, Luca Benni, è previsto un primo confronto tra i sindaci della Tuscia coinvolti dal mega progetto e per lunedì 11 gennaio è fissata la call conference allargata, indetta dal presidente della Provincia di Viterbo Pietro Nocchi, alla quale prenderanno parte, oltre ai primi cittadini, anche il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut e l’assessore regionale per il Ciclo dei rifiuti e impianti di trattamento, Massimiliano Valeriani. Sul tavolo il tentativo di bloccare sul nascere il progetto che sulla base della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee individua 22 centri della Tuscia tra le 67 zone potenzialmente idonee.


Il no è corale, da destra a sinistra, con i Comuni di Tarquinia e Montalto di castro in prima fila per aprire una battaglia senza esclusione di colpi.


Gli ambientalisti già affilano le armi. "Siamo stati cattivi, non vi è dubbio se la Befana ci ha portato, dopo il carbone, anche questo regalo”, l’immediata presa di posizione di Italia Nostra Onlus, sezione Etruria, e Forum Ambientalista che dichiarano la propria netta contrarietà all'ipotesi del deposito di scorie radioattive nella Tuscia e annunciano che provvederanno a mettere per iscritto il loro no con le osservazioni che saranno inviate entro i tempi stabiliti. “Davanti alla sofferente situazione ambientale e sanitaria del territorio, - affermano Marzia Marzoli e Simona Ricotti - e con l’ipotesi di ulteriori tre centrali, un inceneritore, un megabiodigestore, infierire proponendo la localizzazione nella stessa area di depositi di rifiuti radioattivi è tanto irresponsabile da rasentare un inquietante sadismo, e lascia intravedere la più completa indifferenza nello svendere un’intera comunità che, evidentemente, considerata di serie B, è ritenuta sacrificabile in nome di uno sviluppo tutto finalizzato a realizzare profitto per pochi piuttosto che tutela della salute e lavoro pulito per i più".


"La notizia è molto articolata - affermano gli ambientalisti - poiché il soggetto responsabile della localizzazione, realizzazione e dell’esercizio del Deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, è Sogin spa. (società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari), che ha preparato la proposta, tenendo conto dei criteri previsti nella Guida Tecnica n. 29 dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) elaborati sulla base degli standard dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea).La proposta delle Aree Potenzialmente Idonee, con l’ordine della idoneità delle aree identificate sulla base delle caratteristiche tecniche socio-ambientali, entra ora n
ella fase di consultazione, e sarà di fondamentale importanza al fine di scongiurare l’incombere sul territorio di questa vera e propria sciagura, che ognuno per il proprio ruolo tenga alta l’attenzione dell’opinione pubblica sulla condotta di quanti sono chiamati a decidere”.


“L’Italia con ben due referendum – ricordano Italia nostra e Forum ambientalista - ha deciso che non voleva impianti nucleari, anche per la criticità insita nella gestione di questo tipo di rifiuti, nella consapevolezza, suffragata da decine di studi scientifici, che non sarebbe stato possibile, ospitare un deposito di rifiuti radioattivi e dormire sonni tranquilli. Facciamo appello a tutti, Enti locali, amministratori, cittadini e associazioni, a visitare il sito web dedicato - www.depositonazionale.it - e iniziare sin da subito a lavorare per porre in evidenza le gravi criticità ambientali, sanitarie ed economiche per cui la proposta avanzata risulta irricevibile per questo territorio. Ospitare un deposito di rifiuti radioattivi, è un fardello davvero troppo grande per l’Alto Lazio, le cui caratteristiche corrispondono, peraltro, a molti dei criteri di esclusione sulla base dei quali la Sogin sostiene di aver elaborato la proposta; per questo dovranno essere valutate attentamente tutte le opzioni e non soltanto quelle che risultano economicamente convenienti".


Il sindaco facente funzioni di Montalto di Castro rincara la dose, dopo le parole inequivocabili del collega di Tarquinia Alessandro Giulivi: “Inaccettabile” l’ indicazione di questo territorio. “Ostano a questa indicazione - afferma Benni - gli stessi criteri contenuti nella guida n.29 dell’Ispra che prevede la inidoneità di siti come i nostri per vari motivi: vicini alla costa, vicini alle autostrade (la nostra Aurelia rientra in questa previsione) esposti ad alluvioni o allagamenti (frequentissimi nel nostro territorio), caratterizzati da coltivazioni di prodotti tipici, o da aree di interesse archeologico”.


«Evidentemente chi ha formulato la proposta – dichiara Benni - ha formulato una ipotesi che doveva essere ancora vagliata. Sta di fatto che essa non avrà alcuna possibilità di successo per quanto riguarda il nostro territorio e che non intendiamo accettare ritenendola offensiva e irragionevole. Immaginare che Montalto di Castro diventi, dopo la centrale Enel, l'occupazione dei fotovoltaici, la disseminazione di tralicci di alta tensione, le infrastrutture di connessione che brulicano nella nostra terra in ogni dove, addirittura un deposito di scorie nucleari costituisce una scelta irragionevole, dannosa, interdittiva del futuro, elusiva della considerazione di carichi già insopportabili e quindi inaccettabili. Sono già in corso valutazioni tecniche – aggiunge Benni - che porteranno a formalizzare la nostra posizione attraverso le osservazioni che presenteremo in ogni sede, riservandoci ogni iniziativa a tutela della nostra popolazione e del nostro territorio”.


Come già affermato da Giulivi anche Montalto si prepara a portare il caso in consiglio comunale: “Tutto questo – afferma
Benni - per garantire al nostro ambiente, al nostro paesaggio, al turismo e all’agricoltura di non “morire” per volontà altrui. un consiglio comunale straordinario e chiederò la massima collaborazione a tutte le forze politiche e istituzionali, affinché questa brutta pagina si chiuda definitivamente. Siamo da sempre un Comune responsabile ma credo sia giunto il momento del massimo rispetto verso tutti noi. È questo il momento in cui la politica deve veramente remare in una unica direzione».