CERVETERI - Prezzo del grano sempre più giù, tra lo scetticismo generale degli agricoltori, avvolti dal pensiero se seminare i terreni. In terra etrusca diverse aziende che producono cereali sono travolte da una crisi senza precedenti. Il prezzo al quintale è sceso a 25 euro, una cifra ritenuta bassa per ripagarsi della fatica e le spese. «Tanti produttori – afferma Riccardo Milozzi, imprenditore - stanno decidendo di non iniziare la semina: sono indecisi e amareggiati. Bisogna trovare delle soluzioni, ci devono essere degli interventi a sostegno di quei temerari che si mettono in gioco, spendendo, senza alcun ritorno, manodopera e soldi per la produzione». Incertezza è la parola d'ordine, che la presidente della Cooperativa Ceri Raffaella Chiocci, ha raccolto, esaminando il problema. Di anno in anno si peggiora – sostiene - ora non ce la facciamo più. I costi sono altissimi, non riusciamo a pareggiare le spese, quindi in molti ci rinunceranno. Si sta pensando a trasferire altre colture sui terreni, anche qui la sfida non è facile. Ad oggi fattori aggravanti favoriscono un aumento delle importazioni di grano straniero e difficoltà nella gestione dei fertilizzanti, che rendono la cerealicoltura economicamente insostenibile per molti, portandoli a riconsiderare la semina. Lo notiamo nei nostri magazzini, dove vendiamo i concimi. Va tutto molto a rilento».

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