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FIUMICINO - Hanno partecipato in massa i dipendenti degli scali di Fiumicino e Ciampino alla prima assemblea convocata dalle organizzazioni sindacali per fare il punto sul rinnovo del contratto nazionale del settore aeroportuale. Un’assemblea definita “partecipata e costruttiva” dal segretario nazionale Uil Trasporti per il trasporto aereo, Ivan Viglietti, che ha colto l’occasione per ribadire la posizione del sindacato: “Abbiamo discusso i punti della piattaforma e approfondito i tecnicismi della nostra richiesta economica: 450 euro al mese in più a regime in termini di trattamento economico complessivo (TEC) per un lavoratore al quarto livello”.
La trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale 2023-2025, ormai entrata nella sua fase finale, si gioca su un terreno decisivo: da una parte la richiesta dei sindacati di un adeguamento salariale all’altezza della ripresa del settore e degli utili generati dai gestori aeroportuali; dall’altra, la necessità di definire nuovi diritti e tutele per un comparto che ha mostrato tutte le sue fragilità durante e dopo la pandemia.
I punti chiave della piattaforma, come indicato nel documento elaborato dalle federazioni nazionali, puntano a un rinnovo che sia in grado di dare risposte concrete non solo in termini economici, ma anche sul fronte della qualità del lavoro e delle condizioni generali di vita dei dipendenti. In sintesi: più salario, più diritti, più tutele, più spazio per il riposo e la vita privata.
Il contesto è favorevole: il comparto aeroportuale ha registrato negli ultimi anni risultati industriali e finanziari più che positivi. E i sindacati ritengono che questi risultati vadano redistribuiti. “Gli ottimi risultati raggiunti dalle società di gestione non sarebbero stati possibili senza i lavoratori. Ora è tempo di riconoscere il loro contributo”, ha dichiarato Viglietti.
Nel dettaglio, la piattaforma programmatica inviata ai rappresentanti datoriali prevede un’ampia revisione del contratto, con l’obiettivo di rafforzare le tutele occupazionali, aggiornare gli inquadramenti professionali, garantire la formazione continua e rafforzare il presidio sulla salute e sicurezza.
Viene richiesto esplicitamente che le attività in aeroporto siano regolamentate dal CCNL di settore, evitando il ricorso a contratti meno onerosi, spesso utilizzati in modo improprio per abbattere i costi del lavoro.
Particolare attenzione è riservata alle lavorazioni affidate in subappalto, che hanno generato negli anni un clima di instabilità sociale e minori garanzie per i lavoratori. Le organizzazioni sindacali chiedono ai gestori di farsi carico della filiera, assumendo un ruolo di responsabilità anche verso le imprese terze.
Sul piano economico, oltre alla richiesta dei 450 euro mensili a regime per il TEC, viene chiesta la rivalutazione di istituti come scatti di anzianità, indennità, mensa, ferie e buoni pasto. Si chiede anche l’erogazione dell’una tantum a copertura del periodo di vacanza contrattuale.
Non mancano proposte di carattere innovativo e sociale: l’introduzione delle ferie solidali, il potenziamento del diritto allo studio con l’estensione delle 150 ore anche agli universitari, e la definizione di strumenti di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, tema su cui l’Italia è tuttora fanalino di coda in Europa.
Altro punto nodale è l’impatto della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale. I sindacati chiedono l’inserimento di norme che garantiscano la transizione tecnologica senza ricadute occupazionali.
E si rilancia anche sul tema della mobilità sostenibile, con proposte di convenzioni per agevolare i trasporti casa-lavoro e limitare l’uso dell’auto privata, così da tutelare sia l’ambiente che il portafoglio dei lavoratori.
Infine, un appello deciso contro le aggressioni al personale aeroportuale: serve un’azione più incisiva da parte dei gestori, con misure dissuasive, campagne informative e pieno coinvolgimento delle forze dell’ordine.
La prossima fase della trattativa sarà decisiva. Il messaggio lanciato dai lavoratori di Fiumicino e Ciampino è chiaro: il contratto deve cambiare passo.
E per riuscirci, servirà il massimo impegno da tutte le parti in causa.