TARQUINIA – La città di Tarquinia ha ospitato la visita del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati Tommaso Foti. E’ stato un incontro molto interessante e partecipato in cui si è parlato della direttiva Bolkestein e della riforma delle concessioni balneari. In tanti, tra gli esercenti del lido, hanno preso parte alla conferenza dando un segnale forte.

Giulivi: «Tarquinia primo comune del Lazio ad estendere le concessioni balneari fino al 2033»

«Il tema trattato è molto sentito in tutta Italia e la nostra provincia non fa eccezione – commenta il sindaco Alessandro Giulivi - visto che tra Tarquinia e Montalto abbiamo oltre 50 chilometri di costa che è parte integrante dell’economia.  Ad agosto 2019 Tarquinia è stato il primo comune del Lazio e tra i primi in Italia a estendere effettivamente le concessioni degli stabilimenti balneari fino al 31 dicembre 2033, secondo quanto disposto dalla legge nazionale di bilancio. E anche in futuro continueremo a difendere la nostra economia del mare: gli stabilimenti balneari fanno parte della nostra storia e non è il caso di lasciarli andare». «Per farlo – sottolinea Giulivi – abbiamo bisogno del nostro Governo e di persone valide che andranno a rappresentarci in Europa. Ringrazio l'onorevole Tommaso Foti, protagonista di un intervento molto interessante, e gli altri presenti: il presidente della commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera onorevole Mauro Rotelli, la candidata alle elezioni europee Antonella Sberna, il consigliere regionale onorevole Giulio Menegali Zelli Jacobuzi, il vicesindaco Luigi Serafini, la presidente del consiglio comunale Federica Guiducci, il coordinatore comunale di FdI Gianmaria Santucci, l’assessore di Montalto di Castro Marco Fedele, il coordinatore di Fedebalneari Italia Marco Maurelli, la presidente del Sindacato italiano balneari Lazio Marzia Marzoli e l’avvocato Massimiliano Brugnoletti».

Marzoli (Sib): «Il Governo italiano batta un colpo se c’è»

«Sulla durata delle concessioni demaniali marittime, troppe sentenze di tribunali, nessuna proposta di una norma nazionale. Il Governo italiano batta un colpo se c’è». La presidente del Sindacato italiano Balneari Marzia Marzoli interviene sul tema legato alla direttiva Bolkestein.

«Tommaso Foti è un parlamentare di lungo corso, idee chiare e convinto sostenitore della ragione e delle preoccupazioni dei balneari di tutta Italia – afferma la Marzoli – Non dobbiamo infatti spiegare nulla a chi sa rispondere punto su punto a giornalisti e giornalai, la questione delle concessioni balneari, che è chiara: la Bolkestein va applicata ma vanno salvaguardate le aziende che di fatto rappresentano ancora un ruolo fondamentale sulla sicurezza balneare, fornendo migliaia di bagnini a protezione dei cittadini, come importante presidio di legalità e di controllo, sulle spiagge e lidi di tutta Italia».

«A nessun balneare sfugge infatti la facilità con la quale si trovano le dichiarazioni del capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia. Insomma la Bolkestein, anche per Foti va rimessa in discussione. Anche perché la nostra presidente del consiglio Giorgia Meloni quando era in campagna elettorale è intervenuta tante volte sulla questione concessioni demaniali marittime, in difesa delle aziende balneari, del “made in Italy”. Senza retorica, la risorsa spiaggia, non è una risorsa scarsa, quindi l’articolo 12 della direttiva Bolkestein non entra nel merito. Dunque, dialogo aperto con la UE, ma la strada da percorrere deve essere trovata subito. Qui non c’è più tempo da perdere. Riteniamo di non dover spiegare quanto la balneazione attrezzata italiana sia importante non solo per l’economia ma persino per l’identità del nostro Paese. Quindi perché non c’è ancora una norma che chiarisca il caos attuale? Aspettare ancora per l’emanazione di una norma nazionale, chiara ed efficace sul riordino della durata delle concessioni demaniali, non è più procrastinabile. Allora perché lasciate tutto in mano ai giudici? La funzione legislativa spetta al Governo e al Parlamento. Perché non avete impugnato, e ancora potreste, la sentenza del Consiglio di Stato? Perché lo abbiamo dovuto fare come sindacato? Il nodo sulla durata delle concessioni demaniali marittime riguarda decine di migliaia di imprese balneari italiane attualmente operanti. Non si tratta solo di stabilimenti balneari ma anche di ristoranti, chioschi, campeggi, spiagge ecc.: tutto ciò che insiste sul demanio sia marittimo che lacuale o fluviale».

«Non è assolutamente rinviabile un intervento normativo che eviti la gestione confusa e caotica delle funzioni amministrative in materia – aggiunge Marzia Marzoli - con l’inevitabile conseguente contezioso che siamo costretti ad intraprendere presso le Autorità giudiziarie competenti. Non crediamo di chiedere troppo, soltanto che il Governo emani un atto normativo chiarificatore sulla durata delle concessioni demaniali marittime vigenti. Il problema non è l’Unione Europea ma l’Italia, che sembra non voler decidere se e come risolvere la questione delle concessioni balneari, se salvarle oppure espropriarle a favore delle multinazionali e di altro. Il modello turistico balneare Italiano è una eccellenza, ci chiediamo, perché distruggerlo?

© RIPRODUZIONE RISERVATA