LADISPOLI - «Mentre passeggiavo con tranquillità con mio marito siamo dovuti fuggire perché un cinghiale ci stava rincorrendo». È solo uno dei tanti casi accaduti in questi mesi dove i residenti sono stati costretti a scappare per non essere raggiunti dagli ungulati. Era accaduto due volte nella frazione di Cerenova. Il tam tam si è diffuso rapidamente con gli abitanti schierati in prima linea contro le autorità competenti che hanno lasciato riprodursi questi animali selvatici con il rischio ora che possano essere anche malati. Sì perché un cinghiale è stato trovato morto forse per la peste suina nei pressi di una casetta di legno situata nella riserva naturale. Per questo il gestore dell’oasi, Corrado Battisti, ha immediatamente allertato le autorità competenti affinché si faccia luce sull’accaduto. Sul posto sono subito intervenute figure addette dell’Asl di Rm 4 per gli accertamenti di rito. Si stima che ormai sarebbero una cinquantina i cinghiali che hanno presso possesso della palude, della spiaggia nord di Ladispoli ma anche della boscaglia alle spalle della stazione ferroviaria di Marina di Cerveteri. Un problema sottovalutato da Regione e Città Metropolitana che non hanno ancora predisposto un piano di cattura degli “ospiti” nonostante le numerose sollecitazioni da parte dei sindaci di Ladispoli e Cerveteri.

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