CERVETERI - Appena 14 millimetri in più rispetto al siccitosissimo 2022, anno in cui si aggiudicò il titolo di "Capitale della siccità". Ancora riflettori puntati sulla situazione idrica in italia e soprattutto su Cerveteri. Secondo l'osservatorio Anbi (associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue), la situazione idrologica appare migliore rispetto alle recenti annate con grandi differenze, non solo da regione a regione ma anche da zona a zona.

Nel Lazio crescono i fiumi Tevere, Fiora e Liri, restano invariati i livelli di Aniene e Sacco, così come l'altezza idrometrica del lago di Nemi. Mentre a Roma la cumulata di pioggia da inizio anno si aggira sui 770millimetri, ed è già superiore alla media dei recenti 15 anni; diversa è la situazione della Tuscia e della fascia litoranea a Nord di Roma fino al confine con la Toscana: poca pioggia. Basti pensare ai 442 millimetri a Ladispoli e ai 264 millimetri a Cerveteri, appena 14 millimetri in più rispetto allo scorso anno, quando la città etrusca si aggiudicò il titolo di "Capitale della siccità". E sempre lo scorso anno, l'Anbi aveva paragonato Cerveteri e Ladispoli al Marocco per i livelli di pioggia inferiori rispetto alla media. «Il riproporsi di situazioni marcatamente differenziate tra aree anche vicine del Paese, ribadisce l'esigenza di nuove infrastrutture, nonché di schemi idrici capaci di calmierare i picchi, garantendo sicurezza idrogeologica e certezza di risorsa ai territori», ha spiegato il presidente dell'Anbi, Francesco Vincenzi. «Di fronte a una Cop28 che, fra innumerevoli difficoltà, conferma tempi lunghi per qualsiasi ipotesi di mitigazione dei cambiamenti climatici, è necessario avviare urgenti politiche di adattamento per aumentare la resilienza delle comunità», ha aggiunto il direttore generale di Anbi, Massimo Gargano. «I nostri interventi sul territorio vanno in questa direzione, ma servono scelte di sistema Paese».

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