TARQUINIA - «I quattro cavalli che pascolavano liberi nel territorio di Tarquinia sono stati uccisi a fucilate dai veterinari trasformati per l'occasione in cecchini per obbedire all'ordinanza del sindaco della cittadina laziale che aveva emesso nei giorni scorsi un ordinanza con la quale si prevedeva l'uccisione dei cavalli o la sedazione e la cattura e la ricollocazione degli stessi».

L'associazione italiana difesa animali e ambiente ha deciso di presentare una denuncia contro il sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi accusato di «aver ordinato l'uccisione dei cavalli quando gli stessi potevano essere sedati e ricollocati e contro i veterinari che hanno eseguito la sentenza di morte».

«Martedì presenteremo denuncia contro il primo cittadino per aver fatto ammazzare a fucilate 4 cavalli che potevano essere sedati- scrivono gli animalisti- e per i quali tra l'altro sappiamo per certo esistevano richieste di adozione a cui non si è degnato nemmeno di rispondere. Inoltre lo denunceremo per aver ucciso degli animali che sono patrimonio indisponibile dello stato. Questo sindaco - concludono gli animalisti- ci sembra molto un Fugatti in miniatura che non vede altra soluzione che ordinare la morte di animali come se la vita di altre creature gli appartenesse».

Sul caso interviene anche la candidata sindaco Emanuela Poleggi: «Sento tra la gente malumore per l’uccisione dei quattro cavalli bradi che vagavano nel territorio di Tarquinia. Uccidere a colpi di arma da fuoco dei cavalli, ossia dei mammiferi come noi che, appunto come noi, provano paura, stress e dolore, lascia turbati».

«Non sfugge - spiega la Poleggi - che, nel caso in questione, si dovesse tenere in ottimo conto la tutela della sicurezza pubblica, oltre che del benessere degli animali. E’ facile immaginare l’esito terribile, anche per le sofferenze degli animali, se questi, invadendo una sede stradale, fossero stati causa di un incidente. Il sindaco, con un suo provvedimento, aveva ordinato che l’abbattimento dei cavalli fosse l’extrema ratio, qualora si rendesse necessaria, col solo fine di garantire l’incolumità pubblica. E’ noto che sedare animali è tecnica adottata quotidianamente con successo anche verso specie molto più selvatiche dei cavalli bradi».

«Non ho motivo di dubitare della professionalità degli Uffici coinvolti nella vicenda - sottolinea Emanuela Poleggi - e, proprio per questo, auspico che a chiunque ne faccia richiesta sia concesso, senza difficoltà, l’accesso agli atti relativi alla vicenda».

«Voglio contribuire con tutte le cittadine e i cittadini a costruire un Comune che sia la casa di vetro di cui tutta la comunità si senta parte accettata - aggiunge la candidata sindaca - Inoltre, chiederò un incontro all’Oipa e a tutte le associazioni che si occupano del benessere animale perché la legislazione comunale sugli animali ormai è incapace di soddisfare le esigenze sia degli animali, sia delle persone che li amano, sia delle persone che ne vogliano restare distanti. Tarquinia merita un moderno Testo Unico sugli animali, come già esiste in molti altri Comuni del nostro paese».

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