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CERVETERI - Cala la quantità di olive portata al frantoio per la macinazione e la produzione dell'olio. Colpa di una estate calda e delle poche piogge. «Nella nostra zona - ha spiegato l'assessore alle Attività produttive, Riccardo Ferri - siamo circa al 50% in meno del raccolto rispetto allo scorso anno, con un aumento esponenziale dei costi». A causa dei rincari nel comparto energetico (e anche della benzina, in questo caso del gasolio) sono infatti aumentati i costi di raccolta e produzione. La tecnica, infatti, utilizzata per la raccolta, prevede comunque, come spiegato da Ferri, l'impiego dello stesso numero di personale utilizzato negli anni passati e degli stessi veicoli col prodotto del raccolto, però, diminuito. Stessa considerazione che va fatta anche per la realizzazione del prodotto finito. Meno olio ma maggiori costi di produzione. «Anche il prezzo dell'olio è salito - prosegue ancora Ferri - Era già successo con l'uva che non aveva la quantità adeguata». Ma proprio come per quest'ultima, anche nel caso dell'olio una nota positiva c'è: è aumentata la qualità. «Avendo piovuto meno, le olive risultano più asciutte, non contenendo troppe parti d'acqua, e così al frantoio si riesce a spremere dalle stesse più olio».
CODACONS: «NONOSTANTE PANIERE SALVA-SPESA OLIO +48,7%»
La minor quantità di olive da una parte e l'aumento dei costi, causa problemi anche ai consumatori. Nonostante il paniere salva spesa scattato lo scorso 1 ottobre, i prezzi al dettaglio di alcuni generi alimentari di largo consumo continuano a registrare nell'ultimo mese rincari a due cifre. A dirlo è il Codacons che sulla base dei dati Istat sull'inflazione segnala gli aumenti più consistenti dei prezzi per i beni alimentari. L'olio d'oliva è il prodotto che rincara di più ad ottobre, con un incremento del + 48,7% rispetto allo scorso anno, +5,5% sul mese precedente - analizza l'associazione.
So.Be.
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