CIVITAVECCHIA - Si fa sempre più concreta l’ipotesi che l’ordigno trovato a San Gordiano potesse avere un destinatario diverso dal presidente dell’AdSP Pino Musolino.

La pista di un avvertimento, per questioni di droga o di debiti non pagati in determinati giri, per qualcuno che possa abitare nei dintorni di dove è stato rinvenuto l’ordigno assume sempre più corpo. Quel che resta da chiarire è il comportamento del medico che ha trovato il pacchetto, decidendo inspiegabilmente - una volta vista la sveglia che faceva da timer e i cavetti di collegamento con la sostanza incendiaria - di metterlo in macchina e portarlo ai Carabinieri dall’altra parte della città.

Il medico che è lo stesso ad aver tratto in inganno i militari, descrivendo in un primo momento l’esatto punto del ritrovamento come il posto auto del presidente dell’Adsp, quando invece si tratterebbe di un parcheggio uguale, sì, ma sotto la palazzina adiacente a quella dove vive il manager.

Le indagini comunque proseguono per risalire sia al destinatario del pacco incendiario che all’autore del gesto. E a questo punto viene da chiedersi, se è vero che i filmati delle telecamere di sicurezza di un vicino hanno ripreso la scena del medico intento a raccogliere il pacchetto, come mai non sia stato immortalato anche chi lo aveva lasciato in precedenza.

Sono diversi punti poco chiari su cui gli inquirenti dovranno far luce.

Da parte sua,  il presidente Musolino si è sempre detto incredulo per l’accaduto e per quanto comunicatogli dai Carabinieri, dicendo da subito di non avere idea del perché un simile “messaggio” potesse eventualmente essere rivolto a lui: «Non so se la bomba trovata vicino la mia casa fosse effettivamente per me, ma in ogni caso è un bruttissimo segnale per la città». Intanto di quanto avvenuto si starebbe occupando anche la Direzione investigativa antimafia.

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