CIVITAVECCHIA – L’associazione culturale naturalistica Bioma parla di una eccezionale scoperta micologica a Civitavecchia. «Spesso i funghi sono associati a determinate specie vegetali. A volte questa associazione è così forte da dare il nome alla specie, come nel caso del Gymnopilus suberis, fungo saprofita che cresce quasi esclusivamente sulla quercia da sughero (Quercus suber); la associazione è così stretta da essere usata come addirittura carattere identificativo, per distinguere facilmente questa specie da altre simili – hanno spiegato – ma a volte la natura può riservare delle sorprese».

La Micologa Jessika K. Pinget B. segnala che «osservare sporofori nelle palme a Civitavecchia non capita di frequente. Il 1 maggio 2022 sono stata incuriosita da un fungo del Genere Gymnopilus, ritrovato sopra un ceppo di palma delle Canarie (Phoenix canariensis), visto la stagione siccitosa è stato prelevato solo un campione integro, macroscopicamente le caratteristiche riconducevano alla specie Gymnopilus suberis. Nelle ricerche in letteratura – ha spiegato – non trovavo conferme di osservazioni nelle palme, in quanto compare esclusivo in rami o tronchi di querce da sughero e le fonti sul web riportano alcuni rari casi anche in leccio (Quercus ilex), quercia lusitanica (Quercus lusitanica), sempre nel areale del bacino mediterraneo a eccezione di un ritrovamento in ciliegio in Rep. Ceca. Un secondo ritrovamento a ottobre 2022, con un numero maggiore di sporofori ci ha permesso di prelevare alcuni campioni per un maggiore approfondimento attraverso uno studio molecolare, i risultati delle sequenze del DNA (che costituisce una sorta di impronta digitale del fungo) arrivate in questi giorni hanno confermato l‘ipotesi iniziale al 100% si tratta di Gymnopilus suberis; nessun Gymnopillus è commestibile, sono considerati tossici o sospettati di tossicità».  

Questa scoperta, secondo Bioma, è sorprendente per due ragioni. Non solo il fungo è stato ritrovato su una specie diversa da quella tipica, ma il substrato di cui il fungo si nutre è diverso tra le palme e le querce. «Il dottor Leonardo Romanelli spiega questa distinzione – hanno aggiunto da ioma – tutte le piante con fiori appartengono infatti a due categorie: le monocotiledoni e le dicotiledoni. Le querce e la maggior parte degli alberi sono dicotiledoni, mentre alle monocotiledoni appartengono soprattutto specie erbacee, con le palme tra le rare eccezioni. Anche se le due categorie prendono il nome dal numero di foglioline embrionali che si trovano nel seme prima della germinazione (due per le dicotiledoni, una per le monocotiledoni), le differenze tra i due gruppi sono molto più profonde, ed è proprio il legno a essere una delle caratteristiche distintive dei due gruppi. Nelle dicotiledoni esiste infatti uno strato chiamato fellogeno, un tessuto formato da cellule adulte che sono regredite in cellule indifferenziate. Queste cellule si differenziano poi in altri due strati. Verso l'interno creano il felloderma, mentre verso l'esterno creano proprio il sughero per cui la quercia da sughero è famosa. Questo strato è responsabile del cosiddetto accrescimento secondario della pianta, quello in larghezza. Nelle palme e nelle altre monocotiledoni questo strato manca completamente, motivo per cui il tronco delle palme è tipicamente cilindrico, con un diametro quasi costante.  Anche gli anelli degli alberi derivano dal fellogeno. L'attività di questo tessuto infatti è stagionale nelle regioni temperate, e si ferma d' inverno, permettendo di vedere nel legno i cicli delle stagioni. Nelle palme, mancando questo tessuto, mancano anche gli anelli- Il fatto che un fungo così specializzato sia riuscito a crescere su una specie così diversa dal suo ospite abituale è sorprendente – hanno concluso –  ma anche una dimostrazione dell'imprevedibilità della natura, che ci pone davanti a situazioni inaspettate e ci ricorda che c'è sempre qualcosa da scoprire, anche nelle specie più note».