SANTA MARINELLA - Parlano di «accessibilità a pagamento» le consigliere comunali d’opposizione Alina Baciu e Ilaria Fantozzi che criticano l’amministrazione Tidei sul caso Bandiera lilla «comprata - dicono - per 8mila euro».

«Apprendiamo dai giornali locali che al Comune di Santa Marinella è stata riconosciuta la “Bandiera Lilla” per il turismo accessibile, conferita da una cooperativa sociale con sede a Savona - dicono la presidente Commissione Legalità e Trasparenza e la capogruppo Fdi e componente della stessa Commissione -. Ad una prima lettura, la notizia ci ha suscitato più di una perplessità. Come è possibile che un Comune privo di un Peba (Piano di eliminazione delle barriere architettoniche) e già condannato nel 2023 dal Tribunale civile di Civitavecchia per condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità possa ottenere un simile riconoscimento? Ricordiamo che con sentenza dell’ottobre 2023, il Tribunale ha ordinato al Comune di rimuovere numerose barriere architettoniche in spazi e luoghi pubblici entro 12 mesi. Il Tar Lazio, nel dicembre 2024, ha stabilito che il Peba vigente fosse “incompleto e lacunoso”, obbligando l’amministrazione ad adottarne uno nuovo entro 180 giorni. Il termine, fissato per la fine di maggio 2025, è ampiamente scaduto e nessun nuovo piano risulta approvato o pubblicato. In tale contesto, l’ottenimento della “Bandiera Lilla” appare più che una conquista una farsa dal tono comico, degna di una sceneggiatura di "Febbre da Cavallo"».

«Approfondendo la questione - aggiungono le consigliere - si scopre che il riconoscimento non è stato attribuito in base a meriti oggettivi o miglioramenti tangibili in materia di accessibilità, ma è stato acquistato. Sì, acquistato. Lo dimostrano: la delibera di giunta n. 76 del 27.03.2025 con cui si aderisce al protocollo d'intesa della Cooperativa sociale Bandiera Lilla; la determina n. 44 del 24/04/2025, con cui si dispone l’affidamento diretto e l’impegno di spesa per 8.000 euro; la determina n. 53 del 07/05/2025, che liquida la relativa fattura. Tutto ciò è profondamente svilente e offensivo per le persone con disabilità. Con quegli 8.000 euro si sarebbe potuto incaricare un tecnico abilitato alla redazione di un nuovo Peba, avviando finalmente un processo di inclusione reale e non di facciata».

«Dal punto di vista politico, l'operazione solleva interrogativi significativi sull'opportunità e sulla priorità delle scelte amministrative - proseguono le consigliere - In un momento in cui la città è carente di strumenti essenziali per garantire l'accessibilità e l'inclusione, l'utilizzo di risorse pubbliche per un riconoscimento simbolico a pagamento appare quanto meno inopportuno. La cittadinanza ha bisogno di atti concreti, non di marketing istituzionale. Quanto accaduto solleva interrogativi seri sul valore reale dei riconoscimenti assegnati agli enti locali, specie quando a mancare sono i presupposti minimi di legalità, accessibilità e giustizia sociale».

«La Bandiera Lilla, che dovrebbe rappresentare un simbolo di inclusione e abbattimento delle barriere, rischia di diventare, in questo contesto, una mera operazione di immagine, priva di riscontro concreto nella vita quotidiana delle persone con disabilità – aggiungono le consigliere di centrodestra - Ottomila euro spesi per un "bollino" acquistato su una piattaforma telematica non possono sostituire l'urgenza e l'obbligo di adottare strumenti fondamentali come il Peba, che il Comune continua a disattendere nonostante le sentenze e le scadenze imposte dal Tar e dal Tribunale Civile di Civitavecchia. Per rispetto dei cittadini, e soprattutto di coloro che vivono ogni giorno sulla propria pelle le conseguenze dell'inaccessibilità, chiediamo trasparenza, responsabilità e un impegno autentico verso l'inclusione. Il delegato al Turismo, Alessio Manuelli, venga in Commissione Trasparenza a spiegare, con chiarezza, come e perché è stata presa questa decisione. Perché i diritti delle persone non possono essere comprati né aggirati con una bandiera. Riteniamo che la trasparenza e il rispetto verso i cittadini più fragili debbano essere sempre al primo posto, e non sacrificati sull’altare di operazioni di facciata prive di contenuto concreto».

©RIPRODUZIONE RISERVATA