Non solo Gloria. Il Trasporto di questo 3 settembre non segnerà soltanto l’ultima uscita della Macchina ideata da Raffaele Ascenzi ma anche il dover attaccare il “ciuffo” al chiodo per Alvaro Fasanari.

Classe 1964, Fasanari dopo quest'anno andrà in “pensione” per raggiunti limiti di età. Per un Facchino infatti, anche se in ottima condizione fisica, la carriera sotto la Macchina si conclude a 60 anni.

In concomitanza quindi con l’ultima uscita di Gloria anche Alvaro Fasanari saluterà il Trasporto.

«Lascerò Gloria con molto dispiacere. - ammette - E’ l’ultima delle 5 Macchine che ho portato perché da più di 30 anni faccio parte del Sodalizio. Lascerò la Macchina con un po’ di nostalgia però con molta tranquillità. Perché sono sicuro di aver vissuto un’esperienza di vita difficilmente ripetibile che sicuramente ha dato a me un qualcosa che è molto di più di quello che io ho potuto dare alla Macchina. Si è facchini per sempre, anche quando si smette. Lo si è dal momento in cui si mette la divisa il primo giorno, e per me era il 1993. Si rimane facchini per sempre ma lasciarla significa continuare il viaggio in un altro modo».

Un amore per la divisa bianca con fascia rossa in vita che a quanto pare si trasmette di generazione in generazione.

«Io ho la fortuna di avere mio figlio Fabio che continua la tradizione di facchino e a cui auguro ovviamente di fare una carriera lunga come la mia, così come a tutti i giovani e a quelli che tramandano una tradizione che deve essere portata avanti con il cuore, con la testa e con una abnegazione che va al di là dell'essere facchino vestito di bianco».

Quest’anno Fasanari per l’ultima volta procederà al rito della vestizione durante il quale indosserà la divisa bianca, la fascia rossa, gli scarponcini di ordinanza e la bandana in testa e sarà anche l'ultimo anno in cui deporrà la Macchina sul sagrato davanti al santuario di Santa Rosa ma, torna a ribadire, «si è facchini per sempre. Non so ancora se rimarrò all'interno del Sodalizio, perché c’è sempre bisogno di tutti noi per tante iniziative, oppure no. Ma comunque sia, anche nel momento in cui tornerò come tutti i viterbesi a battere le mani in piazza del Comune, resterò facchino per tutta la vita».

Una carriera da portatore della Macchina trentennale, iniziata come per tutti i neofiti alle corde, poi il passaggio alle leve, alle spallette aggiuntive quindi a quelle fisse, alle stanghette e infine l’ambito ruolo da ciuffo.

E proprio come ciuffo compirà l'ultimo Trasporto «poi il mio numero 41 lo lascerò a un altro amico che sono sicuro porterà la Macchina come e meglio di me. La storia deve continuare come si è perpetuata per sei secoli.

I Facchini negli anni cambiano, la Macchina resta».

«Ci dobbiamo sempre ricordare che il 3 settembre è la festa di Santa Rosa e deve essere celebrata da tutti i viterbesi, e maggiormente dai Facchini, come la parte più importante di una vita sociale ma anche religiosa di questa città. Anche perché il Trasporto della Macchina è un evento unico al mondo» conclude Alvaro Fasanari.