CERVETERI - A Cerenova monta la rabbia di molti cittadini, «esasperati dai forti miasmi di bruciato che rendono l’aria pesante e nauseabonda». Nelle zone adiacenti alla cantina sociale, in particolare, molti residenti raccontano di «un odore persistente, simile a plastica incendiata, che costringe a chiudere le finestre e limita la vita quotidiana». Una puzza che per alcuni è diventata insopportabile e che alimenta timori sulla salute: «Bruciare plastica è follia, sprigiona sostanze cancerogene», denunciano le famiglie, preoccupate soprattutto per bambini e anziani. Le autorità sono state allertate: vigili urbani, ASL e amministrazione comunale hanno ricevuto numerose segnalazioni. La stessa sindaca Elena Gubetti è intervenuta nei giorni scorsi, segno che il problema è stato preso in carico. «Eppure - spiegano i cittadini - nonostante i sopralluoghi e i rilevamenti annunciati dall’ASL, nulla è cambiato. Ci chiediamo, quindi, che fine hanno fatto quei controlli? Perché non vengono comunicati i risultati? Abbiamo segnalato più volte, ma non sappiamo nulla. Vogliamo risposte chiare e soluzioni concrete», protestano in tanti, pronti anche a organizzare una raccolta firme per dare più forza alla mobilitazione. Ma la vicenda si complica perché non tutti avvertono lo stesso disagio. A chiarirlo è Catoni, responsabile di zona per Cerenova: «È una questione complessa. Io vivo vicino al ponte ferroviario, lato sud verso Ladispoli, e lì non sento nulla. Semmai arrivano altri odori spiacevoli, più legati all’immondizia, non certo plastica bruciata». Da qui l’ipotesi di un fenomeno localizzato: «Alcuni parlano di mosto e vino, altri di bruciato. Non vorremmo che in certi casi fosse colpa di comportamenti scorretti, come chi brucia materiali plastici nei camini. Purtroppo succede». Questa frammentazione rende ancora più urgente un chiarimento ufficiale. L’ASL è stata sollecitata a indagini approfondite, ma i cittadini temono che la vicenda finisca nel dimenticatoio. Intanto la comunità resta spaccata: c’è chi respira ogni giorno quell’aria irrespirabile e chi non percepisce nulla. L’unica certezza è che la protesta cresce. «Ora - concludono i residenti - attendiamo una risposta: servono controlli seri, dati trasparenti e, soprattutto, un intervento immediato».

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