MONTALTO DI CASTRO - Il grave problema del lavoro bracciantile e delle alte temperature che affliggono il settore agricolo sarà affrontato in uno specifico tavolo di lavoro convocato dal prefetto di Viterbo dopo il sollecito da parte dei sindacati.

La riunione è stata convocata dal prefetto per il 9 luglio alle 16,30 presso il palazzo del Governo in piazza del Plebiscito a Viterbo. 

Il tavolo di lavoro “braccianti e alte temperature” metterà attorno allo stesso tavolo i sindacati dei braccianti agricoli, il prefetto Gennaro Capo, Confagricoltura, Coldiretti e Cia, Questura, comando provinciale dei Carabinieri, comando provinciale della Guardia di finanza, Ispettorato del lavoro, Inail e Asl.

Si dicono soddisfatti Andrea Piferi, Marco Nati e Antonio Biagioli, rispettivamente segretari generali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Lega comunale di Viterbo. «Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione – dichiarano – per l’immediata convocazione del tavolo, ringraziando il prefetto per la velocità con cui l’ha fatto. Quella delle alte e insopportabili temperature è un problema vitale per i braccianti che lavorano in campagna e per tutti gli altri lavoratori».

«Basta con i braccianti costretti a lavorare sotto il sole – ribadiscono i segretari di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Lega comunale –. La delibera regionale che impone di non lavorare tra le 12,30 e le 16 va rispettata. Il tavolo deve essere finalizzato ad individuare, nel più breve tempo possibile, azioni e soluzioni positive da mettere in campo». «Sono diversi i lavoratori – sottolineano infine Piferi, Nati e Biagioli – che quotidianamente ci informano che devono lavorare anche tra mezzogiorno e mezza e le quattro e mezza del pomeriggio, in mezzo ai campi, sotto il sole a picco e con temperature letteralmente insopportabili. E’ fondamentale intervenire, prima che sia troppo tardi. Prima che qualche lavoratore ci lasci la pelle, come successo due anni fa a Naceur Al Masoudi, 57 anni».

UNA MORTE CHE SCOSSE TUTTO IL TERRITORIO

Come si ricorderà, Naceur Messoudi collassò il 21 luglio 2023 mentre era impegnato a raccogliere cocomeri nei campi agricoli di Montalto di Castro, in un giorno di caldo estremo.

I carabinieri di Nola e di Tuscania arrestarono padre e figlio con l’accusa di omicidio colposo e caporalato nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Civitavecchia.

Le indagini portarono alla luce una condotta illecita da parte di padre e figlio che scaricarono il bracciante davanti all’ospedale di Tarquinia per poi darsi alla fuga. Secondo quanto emerso, l’uomo si sarebbe sentito male in quanto sottoposto a condizioni di lavoro estreme. L’ordinanza parlò di "intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, realizzati attraverso lo sfruttamento dei lavoratori, approfittando del loro stato di bisogno, impiego di manodopera clandestina, violazione di qualsivoglia normativa sull'orario di lavoro e in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro".

Il bracciante arrivò infatti in ospedale in condizioni disperate, disidratato e con febbre altissima. Morì due giorni dopo il ricovero. Le indagini permisero di identificare l’auto che aveva scaricato il 57enne davanti all’ospedale e ricostruire così la vicenda.

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