S. MARINELLA - La consigliera comunale d’opposizione Alina Baciu torna a commentare quanto accaduto in consiglio comunale.

«Mi trovo una volta ancora a dover denunciare comportamenti indecorosi da parte di chi dovrebbe rappresentare le istituzioni - afferma la consigliera - Nel corso del consiglio comunale del 5 luglio scorso, a margine del mio intervento a sostegno del prefetto di Roma, sono stata bersaglio di un attacco feroce e vigliacco, che con la politica ha ben poco a che spartire. Il sindaco, durante i lavori dell'aula, alla presenza di più testimoni, come risposta al mio intervento, dopo avermi appellata con il termine “patetica” mi ha caldamente consigliato di "stare attenta” e di occuparmi di mio figlio anzi che svolgere, come credo di fare, il mio ruolo di consigliera comunale. Voglio ricordare al Signor Avv. Sindaco di Santa Marinella Pietro Tidei che seggo tra questi scranni rappresentando tutte le 437 persone che hanno scelto di scrivere il mio nome sulla scheda elettorale. Quindi no, Sindaco, non starò a casa a fare solo la mamma. Sono stata eletta per svolgere il ruolo di consigliera comunale e non intendo tollerare il continuo tentativo di sminuire il mio operato, per meri pregiudizi di genere». «Il Sindaco di Santa Marinella e Santa Severa che ha ricoperto vari ruoli nella politica non solo cittadina ma anche nazionale, dovrebbe ben sapere che la nostra Costituzione, tra i suoi principi fondamentali, sancisce l'uguaglianza di tutti i cittadini e la parità di trattamento, senza distinzione di sesso alcuna. Queste affermazioni violano tali principi fondamentali e non devono trovare posto in una società moderna e democratica, la società che poi vorrei lasciare proprio a mio figlio - prosegue Alina Baciu - Come amministratrice locale, come donna e come madre non posso accettare che nessuna donna si senta offesa e sminuita nel proprio ambito lavorativo. Non possiamo accettare che a nessuna donna venga detto di pensare a fare la madre anzi che svolgere la propria professione o seguire la propria e legittima passione; non solo svilendo il ruolo di noi donne nella società ma anche minando l’impegno di tutti coloro che si battono quotidianamente affinché vengano garantite pari opportunità in ogni ambito. A quanti uomini viene consigliato di fare il padre anzi che svolgere il proprio mestiere? Cosa ne pensano di queste parole i vertici del partito (PD) di cui il sindaco fa parte, un partito che da sempre dice di battersi per i diritti delle donne? Non continuate a restare in silenzio, per favore. I diritti delle donne devono essere tutelati sempre e per ognuna di noi, a prescindere dallo schieramento politico. Pretendiamo rispetto e invito caldamente tutte le forze politiche a stigmatizzare linguaggi e comportamenti discriminatori. Chiedo, per questo, al sindaco pubbliche scuse così come pubblico è stato l’ignobile affronto. Le parole del sindaco sono pesanti come macigni, non sminuitele, non fate spallucce, non fate finta di niente. È proprio con questa mentalità che si è cercato di frenare le aspirazioni delle donne, sminuendo la nostra intelligenza e non riconoscendo le nostre competenze. E noi invece continueremo a realizzarci nella sfera privata, professionale e anche politica. Confido di trovare almeno questa volta, la vicinanza delle colleghe e dei colleghi di ogni schieramento, perché vi assicuro, questo messaggio non passerà in sordina».

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