CERVETERI – «La decisione di Governo Civico e Cerveteri Democratica di uscire dall’amministrazione e di dare l’appoggio esterno non è stata preceduta da nessun tentativo di dialogo con il nostro gruppo». Sulla crisi politica interna si fanno sentire altri gruppi. In particolare sono i coordinatori della lista civica Anno Zero Anna Maria Costantini e Andrea Mundula a mettere i puntini sulle i, criticando di fatto i dissidenti. «Anno Zero non è stato contattato – aggiungono - solo dopo la richiesta di azzerare la Giunta ci si è degnati di incontrare anche la nostra segreteria, e in quella occasione le ragioni della richiesta non sono state esplicitate se non in maniera fumosa. Al nostro invito ad esaminare in modo approfondito il lavoro svolto rispetto al programma che abbiamo sottoscritto per Elena Gubetti, per valutare insieme le criticità e prendere i provvedimenti necessari, ci è stato risposto che non era possibile se non prevedendo comunque un rimpasto di Giunta». È un po' la versione dello stesso sindaco intervenuta in diretta nella rubrica News & Coffee. Svelato anche un retroscena: «Quando abbiamo ribadito la necessità assoluta di un esame preliminare dell'andamento dell'Amministrazione, in quanto non ritenevamo necessario un cambiamento, i rappresentanti di Governo Civico e di Cerveteri Democratica, per tutta risposta, hanno lasciato il tavolo di confronto». Infine il giudizio sul reset. «L'azzeramento o un suo sconvolgimento non ci sembrano la via maestra per affrontare i problemi». Sulla stessa linea d’onda il Circolo di Europa Verde. «Chiedere di azzerare la giunta tout court, una giunta che finora ha lavorato per portare avanti il programma elettorale con coerenza e impegno, senza una motivazione reale ci sembra infatti un atto di irresponsabilità politica» è la presa di posizione di Roberto Giardina. E poi ancora. «Alla nostra richiesta, avanzata congiuntamente a quella della Sindaca Gubetti, di motivare questa presa di posizione, i dissidenti hanno risposto abbandonando la discussione: è un atto molto grave. Significa di fatto un ricatto politico che non tiene conto dei bisogni dei cittadini e delle prospettive della città».

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