CIVITAVECCHIA - Si difende dalle accuse delle ultime settimane il consorzio Unilabor, e lo fa attraverso le parole del delegato alle relazioni industriali connesse agli appalti, Claudio Giangrasso “per smascherare – ha spiegato - in maniera inequivocabile i numerosi episodi di solidarietà di facciata che si stanno verificando. Episodi e dichiarazioni le quali vorrebbero, a mio avviso irresponsabilmente, far ricadere le responsabilità del disagio che indubbiamente i lavoratori stanno vivendo, unicamente sulla società esecutrice nonché su quella che rappresento”.



Giangrasso ripercorre le tappe degli ultimi anni, a partire dal 2013, quando il Comune aggiudicò un appalto, per un solo anno, unico e indivisibile, coinvolgente gli edifici comunali e gli uffici giudiziari. “Ma oggi, di quella procedura – ha sottolineato Giangrasso - rimane solo il ricordo. Perché nel tempo, dopo una serie infinta di proroghe, imputabili non certo a Unilabor quanto invece alle difficoltà interne all’amministrazione e in seguito ad una norma nazionale la quale ha scorporato la gestione degli uffici giudiziari, oggi gli appalti sono due. E due sono le nuove aggiudicazioni, non certo in favore di Unilabor, che da mesi “pendono” nell’incertezza presso il Comune e presso il Tribunale, di nuovo con una serie di rinvii e rimpalli da far perdere la testa tra Comune e Città Metropolitana, tra Comune, Tribunale e Corte d’Appello di Roma”.



Giangrasso ricorda come l’appalto per le pulizie degli edifici comunali è stato aggiudicato, con un notevole ribasso rispetto ad oggi, alle società Consorzio Sgm e Scala Enterprice di Napoli, il contratto per le pulizie del Tribunale, con un ribasso e un taglio annunciato del 70% alla società Miorelli spa di Trento.



“È interessante sottolineare che, in merito a quest’ultimo, la decorrenza prevista era il 1 gennaio 2017, quando invece la nostra società ha ricevuto, il 30 dicembre – ha spiegato - una proroga al 15 gennaio 2017, oggi ampiamente scaduta e i 12 lavoratori avrebbero dovuto essere licenziati. Quale che sia la volontà del committente, oggi non ci è dato sapere e possiamo solo sperare che nell’incontro in Direzione territoriale del lavoro si sia risolto qualcosa. Il Comune, diversamente, ha annunciato per scritto il termine della proroga il giorno 31 gennaio, salvo poi annunciare, questa volta solo verbalmente, che le verifiche sulla ditta già aggiudicataria definitiva non sono ancora terminate. Anche in questo caso non sappiamo quali siano le volontà di questa amministrazione, da cui attendiamo risposte scritte. Sappiamo però – ha aggiunto Giangrasso - che questa gara di un appalto, stranamente di nuovo unica e indivisibile, come quella del 2013,  anche se comprendente gli uffici giudiziari già in gara e inclusi nella procedura di cui sopra, sarà ricordata a lungo per i modi con cui è stata condotta”.



Il consorzio Unilabor, come ribadito da Giangrasso, “ha continuamente e costantemente, fino ad oggi, cercato un confronto con entrambe le amministrazioni coinvolte – ha sottolineato - ricevendo solo risposte evasive e non avendo, né oggi né mai, alcuna certezza. Anzi, ad onore del vero, una certezza recentemente è giunta in azienda. Si tratta di una attribuzione di penale per i servizi che, asseritamente dal 2013, i lavoratori del Comune hanno eseguito in maniera insoddisfacente, per un totale di oltre 70.000 euro. Circostanza irreale e comunque assurda, sia per tempistica che per motivazioni ed importo. Un cenno, da ultimo, ai proclami di sindaco e amministrazione ogni volta che, spesso dopo molti mesi, procedono con pagamenti in acconto per le prestazioni contrattuali. Non credo che pagare il dovuto, o meglio, una parte di esso, per una pubblica amministrazione, possa essere considerato un “vanto” invece che un dovere. Nemmeno mi permetto di giudicare l’operato delle organizzazioni sindacali – ha concluso il referente del Consorzio Unilabor - le quali indubbiamente sono preoccupate non tanto e non solo delle retribuzioni correnti peraltro già inoltrate, quanto invece per una annunciata previsione di tagli importanti. Ma certo so che fino ad oggi, anche se con molte difficoltà, anche se di fronte solo a promesse, anche se in assenza di alcuna certezza, anche se con il peso di fatture scadute anche da oltre 12 mesi, anche se di fronte spesso a posizioni pilatesche e strumentali, Unilabor ha cercato di far fronte ai suoi impegni, se pur con un ritardo motivato dall’eccezionale ritardo finanziario. Appare evidente a chiunque che in un appalto in cui il 90% del costo è rappresentato dal lavoro, ritardi come quelli inflitti dall’amministrazione non sono sostenibili. Tantomeno – ha concluso Giangrasso - in un clima di incertezza come quello vissuto negli ultimi 24 mesi”.