CIVITAVECCHIA - Un simbolo di rinascita, un'operazione di marketing turistico e territoriale importante, una scommessa vinta. Così l'amministrazione comunale e tutta la macchina organizzativa che si è messa in moto un anno e mezzo fa circa, ha definito il ritorno della Statua del Bacio a Civitavecchia. Un affitto per dodici mesi, con la voglia di farla rimanere definitivamente in città. "Perché questa statua è di Civitavecchia" ha detto il consigliere comunale Matteo Iacomelli, tra i più attivi in questa partita insieme al presidente del consiglio Emanuela Mari e al giornalista Luca Grossi. Prima il contatto con la proprietaria della statua, "che ci ha comunicato - ha spiegato quest'ultimo - che l'installazione al momento era "libera" e conservata a Southampton. Poi una serie di coincidenze che ci hanno fatto capire che la strada poteva essere battuta. Basti pensare che l'installatore ufficiale, Robert Mayer, ancora al lavoro sulla statua, si è innamorato di una ragazza di Civitavecchia e qui è rimasto. Era destino".

Il sindaco Ernesto Tedesco ha voluto spazzar via ogni polemica. "Perché può piacere o meno - ha spiegato - ma è un bel dono per la città e lo testimonia l'apprezzamento da parte dei civitavecchiesi e dei turisti che impazziscono con i selfie davanti alla statua: è il primo passaggio per rendere la nostra città più appetibile. Non è mai stata una priorità, sia chiaro, ma una promessa presa dopo che inspiegabilmente ci siamo visti portare via la statua: un impegno che abbiamo mantenuto". Mantenuto, tra l'altro, a costo zero per l'amministrazione comunale. Lo ha chiarito infatti Emanuela Mari, sottolineando come la prima parte del noleggio sia stata pagata attraverso le sponsorizzazioni di Unindustria, Conad ed un donatore che è voluto rimanere anonimo. "C'è un impegno di spesa da parte del Pincio - ha sottolineato - ma è un aspetto burocratico necessario per arrivare alla firma del contratto. Anche in questo caso contiamo sulle donazioni".

Fondamentale poi l'apporto di Grimaldi, che si è occupata del trasferimento della statua da Southampton a Civitavecchia, della società Asc di Oreste Spadoni, dell'ufficio delle Dogane, parte attiva delle procedure - oltre ad autorizzare l’introduzione dell’istallazione sul territorio unionale, ha consentito all’Ente Territoriale di collocare la statua sul lungomare, all’interno della cd zona di vigilanza doganale, in seguito all’esame dei requisiti previsti per permesso doganale all’istallazione ai sensi dell’articolo 19 D.Lgs. n.374/1990, condizionante il rilascio di ogni eventuale altra autorizzazione - la Sovrintendenza che ha definito il posizionamento.  E ancora Elena Mari di Exclusiveissimo per le traduzioni e la consulenza linguistica, l'Autorità di sistema portuale, la Grandi Sollevamenti e Servizi di Pietro e Raffaele Cavallaro e Leone trasporti per lo spostamento dal porto alla Marina ed il posizionamento dell'installazione, scortata da Protezione Civile, Polizia locale e associazione nazionale della Polizia di Stato.

"Può piacere o meno, ma non deve suscitare rabbia - hanno concluso dal Pincio - questa statua, l'unica originale, rappresenta un collante, simbolo di pace e di rinascita: lavoriamo affinché possa rimanere in città".