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TARQUINIA - Intitolare spazi pubblici a due politici di grande spessore del territorio di Tarquinia: Luigi Daga e Sergio Benedetti. Due rappresentanti di schieramenti politici opposti ma due grandi esempi di coerenza degli ideali politici che hanno saputo elevare il senso stesso della politica con la P maiuscola.
E’ la proposta illustrata dal presidente del consiglio comunale Federica Guiducci in apertura dell’ultimo consiglio comunale che si è svolto mercoledì, che ha subito raccolto l’approvazione del sindaco Alessandro Giulivi e del resto dell’assemblea.
“Dieci anni fa moriva Luigi Daga – ha ricordato Federica Guiducci - in quest’aula ha svolto una parte importante della sua attività politica. Insieme ad altri della sua generazione, anche di partiti diversi, Daga ha vissuto l’impegno politico come un impegno intellettuale a disposizione della città, per il bene della città. Credo che meriti di essere ricordato sia come uomo che come politico, in una sede istituzionale che ha attraversato lui prima di noi. Aveva iniziato giovanissimo a militare nelle organizzazioni comuniste e aveva attraversato tutte le stagioni che avevano visto il protagonismo della sinistra. Sindaco di Tarquinia, Vice Presidente della Provincia, Consigliere e Assessore Regionale, pur rimanendo sempre un militante. Uomo intelligente, appassionato, che non hai mai perso di vista il motivo del suo impegno politico per cambiare la condizione di vita e di lavoro di tanti uomini e donne del nostro territorio. Molti a Tarquinia sono stati suoi “figli”, che lo ricordano come un padre politico e non un semplice maestro. Per il padre c’è affetto e c’è competizione, c’è anche aspro scontro ma senza mai perdere in lui un punto di riferimento utile non solo e non tanto a livello politico, quanto piuttosto sul piano personale. Lui che rappresentava un personaggio orgoglioso della sua città nel senso più alto: la sua era consapevolezza di essere parte integrante della città e della sua cultura etrusca. Essere tarquiniese significava mettere a disposizione di tutti un patrimonio di cultura e forza politica di cui usufruire per poter fare passi avanti. Non era certamente perfetto, nessuno lo è, ma Gigi era un uomo con una sua precisa identità e rappresentatività; era tutto tranne che un radical chic, era un uomo del popolo, animato da grande passione civile e politica. Sapeva ben rappresentare il popolo lui, soprattutto quello di sinistra perché ha sempre difeso il lavoro e la dignità dei lavoratori”.
“Aveva una visione critica del liberismo, con grandi aspirazioni alla giustizia sociale e alla liberazione umana - ha aggiunto la presidente - Era un uomo capace, un compagno ricco di valori e di ideali che ha sempre messo a disposizione dell’intera comunità. Oggi sono in tanti a ricordarne la competenza, l’impegno costante, le sue battaglie condotte sempre con rispetto, anche quando alzava la voce. Tutti rimpiangiamo Gigi, perché chi lavora e costruisce onestamente non è “nostro” o di altri, è un patrimonio di tutti e la perdita è di tutti. Avversario politico,
mai nemico. Ricordo personalmente gli scontri sempre brillanti su questi scranni, io giovane consigliere di maggioranza e lui arguto consigliere di opposizione negli ultimi anni; ma mi piace ricordare anche la condivisione di progetti umanitari che ho avuto con lui, primo su tutti la difesa del popolo palestinese nel conflitto medio orientale. O anche fianco a fianco nelle battaglie per la tutela ambientale del territorio. La legalità è sempre stata il riferimento principe di tutto il suo operare, dando battaglia senza tregua alla penetrazione mafiosa dell’Alto Lazio pur conoscendone tutti i rischi e i pericoli; ha combattuto contro il carbone dell’Enel e ha assunto un atteggiamento intransigente contro la criminalità organizzata già presente da tempo nella nostra zona. Sempre alla ricerca di risposte, e non alle ragioni di un sola parte, ma di soluzioni che dovevano essere espressione di valori comuni, spronando a non avere mai paura del confronto. Amico di Arafat al pari degli ospiti della sua Avad”.
“Voglio rendere omaggio realmente ad una persona valida ed intelligente, sicuramente coerente seppure avesse idee diverse ed una posizione politica opposta alla mia - ha sottolineato Federica Guiducci - ma aveva la politica dentro. E voglio pubblicamente rendere omaggio ad un personaggio politico che comunque ha portato avanti una battaglia di prospettive ed un modo di intendere la politica diverso da quello che è purtroppo è oggi. Un personaggio che al di là delle posizioni politiche, in questa città ha fatto Politica, con la p maiuscola dando lustro al vero senso di questa parola. Ricordarlo significa riscoprire degli ideali che oggi sono stati troppo accantonati. Mi piace ricordarlo come uno degli ultimi “compagni”, che ha vissuto tutta la vita a pane e politica, un trascinatore con una capacità di visione ampia, critica e libera che va riscoperta. Daga è stato un politico a tutto tondo, di quella generazione che ha caratterizzato la storia di Tarquinia tra il 1970 e il 2000 e che, insieme con molti altri, ha rappresentato un modo di intendere la politica che oggi non comprendiamo più. Un politico che con gli avversari politici veri, si è scontrato anche duramente. È stato un avversario molto abile, molto forte”.
“In quella generazione - ha concluso Federica Guiducci - insieme con Luigi Daga c’era anche Sergio Benedetti. Il 6 gennaio ricorrerà anche il decimo anniversario della morte di questo uomo che tanto ha dato a Tarquinia. Stavano su posizioni diverse, Sergio e Gigi, ma con degli ideali in cui credere. Oggi quella politica non c’è più. Dovremmo cercare di ritrovare in queste persone una spinta per ritrovare quella passione. Ebbene, credo che sia il momento che questa assemblea manifesti la volontà di intitolare spazi pubblici di rilievo a questi due figli tarquiniesi. Un modo per rendere onore a due protagonisti dei processi politici, sociali e culturali che hanno caratterizzato la storia recente di Tarquinia. Un gesto forte. Di stima, che faccio sapendo di rappresentare i sentimenti di tutte le componenti di
questo Consiglio Comunale. Verso un collega di amministrazione e verso un avversario irriducibile, ma leale. Perché leali, seppur su opposte barricate, lo sono stati entrambi, Sergio e Gigi. Il loro spirito è stato sempre lo stesso: onestà, generosità, altruismo. Hanno sempre creduto di poter cambiare la città in meglio. Ed è alla loro azione politica ed amministrativa che dovremmo ispirarci tutti noi”. (a.r)